SSN, biomedicale e digital health: un comparto unico e inter(e)nazionale

Oggi più che mai, è fondamentale cambiare prospettiva e considerare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e i settori biomedicale e digital health come un'unica forza sinergica.
digital health
Enzo Chilelli

Questo approccio può rafforzare il sistema Paese attraverso quattro elementi chiave: l’export, l’efficacia della spesa sanitaria, il valore aggiunto per pazienti e terapeuti, e il rafforzamento dell’industria nazionale.

Il futuro della sanità dipende dalla nostra capacità di integrare e sostenere questi ambiti, come esploreremo a Welfair, la fiera del fare Sanità che si terrà il 5-6-7 novembre 2024.

L’articolo di Enzo Chilelli, Presidente del Comitato degli Esperti di Fare sanità.

Siamo abituati a vedere il SSN come un acquirente e l’industria eHealth e biomedicale come un settore di fornitori. Il traguardo che vi propongo oggi è un cambiamento di prospettiva. La sfida che vi lancio è di considerarli insieme come un unico comparto che rafforza il sistema Paese attraverso quattro elementi fondamentali:

  • L’export
  • L’efficacia della spesa sanitaria
  • Il valore aggiunto per pazienti e terapeuti
  • Il rafforzamento di un’industria nazionale (un obiettivo che al momento non richiede grandissimi investimenti)

Il contesto

Il biomedicale e il digital health sono già oggi un’eccellenza del Made in Italy, rappresentando il settore modello dell’industria 5.0 del nostro Paese. Questi ambiti legati alla sanità sono caratterizzati da altissima innovazione, con progettazione e produzione che richiedono elevati standard di competenza, precisione e qualità. Le aziende italiane operano non solo con sedi legali e centri di ricerca e sviluppo, ma anche con impianti produttivi, fabbriche, laboratori e competence center. Inoltre, impiegano una forza lavoro di eccezionale professionalità a tutti i livelli, non solo universitari: oltre il 50% è laureato e circa il 15% possiede un dottorato o un diploma post-laurea. Un altro dato interessante è che ben il 45% dei lavoratori in questo ambito è donna. La crescita di questi settori è costante e ad alta resilienza.

In particolare, il settore biomedicale ha un punto di riferimento nazionale a Mirandola, ma è piuttosto diffuso su tutto il territorio italiano: il 70% delle imprese si trova in cinque regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Lazio, Veneto, Toscana) e contribuisce all’85% del fatturato. Questo fatturato, che ammonta a 18,3 miliardi di euro, proviene da più di 4.500 aziende che occupano oltre 112.500 dipendenti. Il settore è caratterizzato da un’armonica collaborazione tra i grandi leader di mercato e il 94% delle aziende, che sono piccole e medie imprese. Il mercato interno vale 10,8 miliardi di euro, mentre circa 5,6 miliardi di euro di fatturato derivano dall’export verso Stati Uniti, Francia e Germania. Nel 2017, eravamo il 12° paese esportatore in questo mercato d’avanguardia.

Il digital health, a sua volta, conta numerosi campioni nazionali e attrae imprese multinazionali, ma comprende anche startup innovative, laboratori e centri di ricerca distribuiti su tutto il territorio italiano, attivi nei settori dei big data e dell’intelligenza artificiale applicati alla salute e al digital health. Questo settore vale circa 4 miliardi di euro in Italia, 50 miliardi in Europa e oltre 1.000 miliardi nel mondo.

Le criticità

Tutte le ragioni sopra elencate fanno del biomedicale e del digital health dei veri campioni del Made in Italy. Tuttavia, questi settori sono anche fragili: il biomedicale è stato messo alla prova da stress combinati come il Covid-19, la concorrenza cinese e, più recentemente, dal payback in Italia. Inoltre, il digital health affronta la sfida della concorrenza dei grandi player internazionali. Sebbene il biomedicale e il digital health stiano crescendo, secondo alcune fonti, tra cui uno studio recente di PMI Sanità/NomismaSanità, non stanno crescendo con la salute e la forza che ci si aspetterebbe, per il bene della sanità italiana e del sistema Paese.

La prospettiva

Non c’è dubbio che il peso dei dispositivi medicali e della tecnologia aumenterà nei prossimi anni in ambito sanitario. Allo stesso modo, la richiesta di prestazioni crescerà a causa dell’invecchiamento della popolazione. In bilico tra queste due dinamiche storiche si trova il futuro del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN). E su questi presupposti è evidente che un Paese come l’Italia non può permettersi di dipendere dall’estero per la fornitura di componenti essenziali per la propria assistenza sanitaria, mentre la corsa competitiva in atto dividerà il mondo in Paesi fornitori e Paesi consumatori di tecnologia e software di ultima generazione.

Dal futuro del biomedicale e del digital health dipendono:

  • La possibilità di accesso alle cure
  • Una porzione significativa della sostenibilità del SSN
  • La ‘salute’ della bilancia commerciale tecnologica italiana

Pensiamo lateralmente

Per prosperare, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), il biomedicale e il digital health devono essere guidati da un’idea di governance comune. Attualmente, circa l’80% degli investimenti proviene dalla sanità pubblica e il restante 20% dalla sanità privata.

Considerando il sottofinanziamento del SSN come una condizione persistente, su cosa possiamo intervenire?

  • Non possiamo aumentare le risorse.
  • Non possiamo risparmiare ulteriormente (senza entrare nei dettagli, va detto che ulteriori interventi di risparmio porterebbero risultati modesti e costi, tra diretti e indiretti, superiori ai risparmi ottenuti).
  • Possiamo ridurre le prestazioni, ma è importante notare che la pressione della domanda potrebbe farle aumentare nuovamente.

L’unica cosa che possiamo veramente ottimizzare è il tempo: quello dei sanitari, delle prestazioni e dei pazienti. Questo rappresenta il primo punto di incontro: la tecnologia migliora la precisione, riduce la durata della degenza, diminuisce la necessità di interventi successivi, riduce gli spostamenti, abbassa i costi per prestazione e allevia il peso sugli assistiti e sulle loro famiglie, liberando così ulteriori risorse economiche. Trasformiamo questo incontro in un primo passo verso un nuovo orizzonte sinergico: l’alleanza con il SSN sostiene il comparto biomedicale e digital health, mentre il biomedicale e il digital health, campioni dell’export, sostengono il sistema Paese che finanzia il SSN.

Welfair: Un nuovo modo di pensare la sanità

Questo è il genere di idee che nasce da Welfair: un nuovo modo di intendere la relazione tra stakeholder sanitari. Ne parliamo tutto l’anno con la rete Fare Sanità e, ovviamente, ne parleremo a Welfair il 5/6/7 novembre 2024.

Partecipare a questa fiera significa abbracciare un nuovo modo di pensare la sanità: uno in cui tutti gli attori mettono il meglio delle loro competenze multidisciplinari al servizio del sistema Paese. Un nuovo metodo che diventa realtà grazie all’incontro tra tutti i decisori della filiera sanitaria.

Vuoi contribuire alla discussione? 

Cosa ne pensi di questo tema? Quali sono le tue esperienze in materia? Come possono divenire spunto di miglioramento? Scrivi qui ed entra a far parte di Fare Sanità: una comunità libera di esperti ed esperte che mettono assieme le loro idee per portare le cure universali nel futuro.

Il 5-6-7 novembre 2024 questo e molti altri temi importanti per il futuro della sanità saranno al centro di Welfair, la fiera del fare sanità a Fiera di Roma che riunisce gli esperti e le esperte di governance dell’intera filiera sanitaria. Vedi programmaIscriviti gratuitamente per partecipare alla fiera.

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