Sprechi e inefficienze: come recuperare risorse per il SSN

"Troppe strutture ospedaliere troppo vicine tra loro e a rischio di obsolescenza tecnologica". Si possono recuperare risorse per il SSN secondo Claudio Maria Maffei, già Direttore Sanitario nelle Marche ed esperto di sanità pubblica, e il risparmio passa da scelte di programmazione e processi amministrativi.
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Risorse recuperabili: un’opportunità sottovalutata

Claudio Maria Maffei, ex Direttore Sanitario di alcune Aziende Sanitarie della Regione Marche ed esperto di sanità pubblica

Il concetto di “risorse recuperabili” si riferisce alla possibilità di ottimizzare l’uso delle risorse già disponibili, riducendo gli sprechi e le inefficienze del SSN, e migliorando l’efficienza complessiva, senza dipendere esclusivamente da un aumento dei finanziamenti pubblici.

Secondo il dott. Claudio Maria Maffei, ex Direttore Sanitario dell’ASUR Marche ed esperto di sanità pubblica, le risorse recuperabili si suddividono in due categorie principali: sprechi e inefficienze:

  • con il termine sprechi si intende l’utilizzo di risorse per scelte a priori sbagliate: questi sprechi riguardano sia le scelte programmatorie (ad esempio troppi ospedali), che gestionali (modelli organizzativi inadeguati come, ad esempio, le troppe ambulanze medicalizzate nel sistema di soccorso territoriale) e cliniche (ad esempio la prescrizione inappropriata di alcuni farmaci e in particolare degli antibiotici);
  • le inefficienze riguardano l’utilizzo sub-ottimale delle risorse, come il sottoutilizzo dei blocchi operatori, l’utilizzo di un livello assistenziale inappropriato (ad esempio, l’ospedale rispetto all’assistenza domiciliare) o di un utilizzo inappropriato di una figura professionale.

Quali sono sprechi e inefficienze del SSN

Gli ospedali: troppi e troppo vicini

“Le principali fonti di spreco e di inefficienza, a mio parere, stanno innanzitutto nelle scelte programmatorie, che sono quindi scelte che di solito fa la politica” sottolinea Claudio Maria Maffei.

Il problema principale della rete ospedaliera italiana è la presenza di un numero eccessivo di strutture, spesso vicine tra loro. Questo fenomeno genera duplicazioni di attività costose, come il mantenimento di pronto soccorso pur in presenza di un basso numero di accessi, terapie intensive sottodimensionate o guardie mediche specialistiche per garantire la continuità assistenziale nelle 24 ore.

“Conosco bene la realtà delle Marche, una regione che, essendo al centro dell’Italia, riflette sia le virtù che i difetti tipici delle altre regioni. Qui si trovano diversi ospedali pubblici con DEA (Dipartimento di Emergenza Accettazione) di I livello, che sostengono attività molto costose. Quando queste strutture sono geograficamente vicine, si genera una elevata dispersione delle risorse per garantire servizi continuativi nelle 24 ore” prosegue Maffei.

Scelte programmatiche migliori e più rispettose della norma in vigore (Decreto Ministeriale 70 del 2015) potrebbero evitare queste diseconomie che generano sprechi e inefficienze del SSN .

“In una Regione come le Marche di un milione e mezzo di abitanti sono operanti, ad esempio, 13 strutture ospedaliere con DEA, di primo livello o secondo livello, contro le 10 da DM 70. Questo è un’enorme fonte di spreco” aggiunge Maffei.

Il sistema territoriale: un equilibrio tra razionalizzazione e potenziamento

La riorganizzazione della rete ospedaliera deve andare di pari passo con il potenziamento del sistema territoriale. Gli ospedali per la cronicità, come quelli di comunità, possono offrire cure a costi inferiori rispetto agli ospedali per acuti, garantendo comunque servizi adeguati ai cittadini.

Anche il sistema di emergenza territoriale richiede un’azione decisa per eliminare inefficienze. Nelle Marche, ad esempio, si riscontra:

  • un numero eccessivo di Centrali Operative;
  • un numero eccessivo di ambulanze medicalizzate in alcune aree;
  • una ridondanza “relativa” dati i costi del servizio di elisoccorso;
  • il mantenimento di alcuni punti di primo intervento non più giustificati.

Altri capitoli di spreco

Oltre alla rete ospedaliera e al sistema territoriale, esistono altre aree critiche che generano sprechi e inefficienze nel SSN e che necessitano di interventi, come la gestione degli acquisti e l’appropriatezza nelle richieste di esami e farmaci.

Un’altra area da considerare attentamente è quella dei processi amministrativi, come la programmazione per l’introduzione o la sostituzione delle tecnologie e la gestione dei progetti di edilizia sanitaria” spiega Maffei. “Tempi troppo lunghi e costi elevati rischiano di rendere obsolete le strutture e le attrezzature già al momento della loro consegna”.

Un esempio significativo è rappresentato dalla chirurgia robotica. “Si tratta di un’innovazione importante, ma la sua distribuzione deve essere pianificata in base ai costi e ai volumi di attività che ogni struttura è in grado di garantire” precisa Maffei.

Risorse recuperabili: una sfida politica e organizzativa

La responsabilità di ridurre sprechi e inefficienze del SSN ricade sulla politica, che deve saper prendere decisioni impopolari ma necessarie. Come sottolinea Maffei, “Un sistema sanitario più razionale può significare ospedali per acuti più lontani, ma più efficienti, bilanciati da strutture territoriali capaci di rispondere alle esigenze quotidiane dei cittadini. La chiave è una programmazione che tenga conto delle reali necessità e risorse, senza disperderle inutilmente”.

In un momento di crisi come quello attuale, recuperare risorse attraverso scelte giuste non è solo un’opportunità, ma una necessità per garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.

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