Shaken Baby Syndrome: in un caso su quattro può essere letale

Al via in 70 città italiane la campagna “Non scuoterlo!” per diffondere la consapevolezza Sindrome del Bambino Scosso.
Shaken Baby Syndrome

Che cos’è la Shaken Baby Syndrome

La Shaken Baby Syndrome (SBS) è una forma di maltrattamento fisico, prevalentemente intrafamiliare, ai danni dei bambini, generalmente sotto i 2 anni di vita. Avviene quando il caregiver reagisce al pianto inconsolabile del bambino scuotendolo violentemente.

Il picco di incidenza della SBS si ha tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, periodo di massima intensità del pianto del lattante. A quell’età il bambino non ha ancora il controllo del capo: i muscoli del collo sono deboli, la testa è pesante rispetto al corpo. Il cervello, di consistenza gelatinosa, se scosso si muove e impatta all’interno del cranio.

Le conseguenze dello scuotimento, anche se solo di pochi secondi, possono essere particolarmente infauste e si può arrivare al coma o alla morte del bambino fino a 1/4 dei casi.

“Non scuoterlo!”

L’iniziativa “Non scuoterlo!” è organizzata dalla Fondazione Terre des Hommes e Simeup– Società italiana di medicina di emergenza e pediatria, con Anpas– Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Fimp– Federazione Italiana Medici Pediatri e con la Rete Ospedaliera per la Prevenzione del Maltrattamento Infantile.

L’intento è quello di diffondere informazioni su un atteggiamento che, anche non arrivando a essere fatale, può causare danni gravi e irreversibili ai bambini. Questo perché la SBS non ha sempre un’origine dolosa. È invece conseguenza della stanchezza e da mancanza di strumenti del caregiver (genitore, familiare, operatore del nido, ecc…) nel gestire una condizione di stress percepita come insostenibile.

Una campagna per caregiver e operatori della Sanità

“Non scuoterlo!” è iniziata nel 2017. L’obiettivo principale, fin da subito, è stato di informare e formare non solo i caregiver, ma anche medici ed educatori, per sostenere i primi e aiutarli a gestire le situazioni di pianto incessante.

Individuando per tempo i sintomi, la Sindrome può essere evitata, e solo tramite la sensibilizzazione su cosa sia la SBS e cosa comporti si può diffondere consapevolezza e aiutare i caregiver ad affrontare i momenti di stress.

Un aiuto dall’ostetrica/o

L’Ostetrica/o, in quanto garante del benessere e della salute della madre, del bambino e della famiglia è la/il professionista sanitaria/o privilegiata/o nell’educare e nel rendere consapevoli genitori e famiglie e la collettività degli effetti della Sindrome del Baby Shake.

“Diversi sono, infatti, i momenti in cui interviene nel suo quotidiano professionale – dice Elio Lopresti, Tesoriere della FNOPO, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica -: durante la presa in carico in gravidanza, nel percorso di accompagnamento alla nascita e post natale, attraverso incontri nelle strutture sanitarie e di continuità territoriale, ma anche con l’Home Visiting e in tutti gli spazi educativi e di promozione alla salute in cui interviene.

Non di minore importanza le scuole di ogni ordine e grado e gli atenei, poiché rendere un cittadino consapevole fin da bambino dei danni che possono derivare dalla ‘Sindrome del bambino scosso’ può significare salvare delle vite umane”.

I video informativi

Per saperne di più

Le iniziative e gli incontri sono disponibili nella pagina web di “Non scuoterlo!”.

Facebook
X
LinkedIn
WhatsApp

Ti potrebbe anche interessare:

BANNER ADV RETTANGOLARE

ARTICOLI CORRELATI

Vedi tutti gli articoli della sezione:

Vuoi contribuire alla discussione?

Cosa ne pensi di questo tema? Quali sono le tue esperienze in materia? Come possono divenire spunto di miglioramento? Scrivi qui ed entra a far parte di FARESANiTÀ: una comunità libera di esperti ed esperte che mettono assieme le loro idee per portare le cure universali nel futuro.

riforma
Cerca

Compila il form per scaricare il Libro bianco

ISCRIVITI