L’AUSL Ferrara ha pubblicato sul proprio canale YouTube un video in cui viene rappresentato il percorso che hanno messo a punto nei Pronto Soccorso di tutta la provincia per la presa in carico delle donne vittime di violenza.
Nel video, una donna entra in pronto soccorso spintonata da un uomo. “Mia moglie è caduta, ultimamente è molto distratta, è stanca… sa, per via della bambina piccola, dormiamo poco!” dice l’uomo. L’operatore, però, chiede cosa sia realmente successo.
La procedura in pronto soccorso per le donne vittime di violenza
L’infermiera del triage, come spiega Erika Salvioli, Responsabile Infermieristica e Tecnica dei Pronto Soccorsi e della Medicina d’Urgenza Provinciali, ha il delicato compito di intercettare e comprendere i segnali di potenziali situazioni di violenza e di mettere in atto una serie di azioni specifiche, tra cui:
- portare la donna in un ambiente protetto per un primo colloquio;
- allontanare il compagno o marito sospettato di essere l’autore delle violenze;
- attivare il protocollo previsto per questi casi.
In Pronto Soccorso le donne vittime di violenza o sospette tali non vengono mai lasciate sole durante gli spostamenti, né separata da eventuali figli minori presenti. Successivamente, vengono accompagnata in un ambulatorio isolato, dove si svolge una visita medica che consente di raccogliere ulteriori elementi utili. È un momento in cui le donne possono raccontare ciò che è accaduto.
Un altro momento cruciale è quello delle dimissioni, in cui si aprono due possibilità per la donna:
- Se non è pronta a denunciare, le vengono forniti numeri di telefono e informazioni utili per ottenere supporto e aiuto in un secondo momento.
- Se decide di denunciare, vengono contattati il Centro Donna e Giustizia, le Forze dell’Ordine e, se necessario, il medico legale, avviando immediatamente un percorso di protezione e presa in carico.
Questi passaggi, attuati con sensibilità e precisione, mirano a garantire sicurezza e sostegno alla donna in un contesto di protezione totale.
L’iniziativa
Questo video dimostra come un’azienda sanitaria locale possa adottare strumenti innovativi per comunicare in modo chiaro ed efficace informazioni su un servizio pubblico, aiutando chi necessita di supporto, o potrebbe averne in futuro, a orientarsi e prendere decisioni più consapevoli.
“Grazie alla collaborazione di tutti i professionisti dei 4 presidi ospedalieri provinciali – spiega la professoressa Rosa Maria Gaudio responsabile UOS Medicina Legale Ospedaliera AospFe – siamo riusciti a coordinare una progettualità sul territorio con attività di Hub and Spoke riguardo ai casi di violenza sessuale (anche sugli uomini) e di violenza fisica e psicologica sulle donne e sui minori. Sulla parte pediatrica in particolare abbiamo lavorato formando e sensibilizzando tutti gli operatori e intervenendo su un nodo critico, fino ad ora, ovvero i trasferimenti da un ospedale all’altro”.