Secondo l’Organizzazione Mondiale Sanità (OMS) il disturbo da gioco d’azzardo (DGA) è una condizione patologica chiaramente identificabile, che in assenza di misure di informazione e prevenzione può rappresentare un’autentica malattia sociale.
In Italia, il gioco d’azzardo ha registrato una forte crescita negli ultimi anni, diventando una delle principali forme di intrattenimento per un vasto pubblico. I dati dell’Osservatorio Nazionale sul Gioco d’Azzardo e di Nomisma, nel 2024, hanno evidenziato un aumento dell’accesso al gioco, soprattutto tra la Generazione Zeta e gli over 65, con un incremento del 21% nelle scommesse.
Nel 2020, la spesa complessiva ha raggiunto gli 88,38 miliardi di euro, con una netta differenza tra il gioco fisico e quello online, quest’ultimo in forte espansione, soprattutto dopo la pandemia. Nel 2024 la raccolta per l’azzardo potrebbe avvicinarsi ai 160 miliardi di euro con un incremento di quasi il 9% rispetto al 2023 (149 miliardi), già anno record.
Il progetto “Esci dai giochi”

Per contrastare l’emergenza del gioco d’azzardo patologico, l’AULSS 9 Scaligera ha sviluppato il progetto “Esci dai Giochi”, operativo da quattro anni grazie a un finanziamento nazionale dedicato alla prevenzione di questa problematica.
“Negli ultimi anni, abbiamo coinvolto liberi professionisti con incarichi specifici per l’attuazione del progetto. La presenza sul campo di personale altamente qualificato, come psicologi- psicoterapeuti ed educatori, è fondamentale per il successo delle attività” spiega la Dott.ssa Sabrina Migliozzi.
Il progetto si basa su tre aree di intervento: Governance, Prevenzione e Cura. “Questi ambiti – sottolinea la Dott.ssa Migliozzi – sono strettamente interconnessi: una prevenzione efficace richiede una governance capace di pianificare e definire i target da raggiungere, mentre la cura rappresenta il naturale completamento di un sistema di prevenzione ben strutturato”.
L’approccio adottato combina azioni di prevenzione universale con interventi mirati, progettati per rispondere alle esigenze specifiche di gruppi particolarmente vulnerabili.
I numeri della dipendenza
Il territorio di competenza dell’ULSS 9 rispecchia le dinamiche che si stanno manifestando su scala nazionale. “Analizzando i dati relativi a età, sesso e tipologia di gioco, emerge una significativa corrispondenza con le tendenze osservate nel resto del Paese. Il lockdown, a livello nazionale, ha determinato un’impennata del gioco online, un fenomeno che continua a registrare una crescita costante e rilevante,” spiega la Dott.ssa Migliozzi.
“I dati relativi ai pazienti che si sono rivolti ai nostri servizi per ricevere supporto si mantengono stabili nel tempo. Al momento, seguiamo circa 230 utenti e offriamo supporto ai relativi familiari, un numero che evidenzia come questo fenomeno non conosca battute d’arresto”.
Le attività sul territorio
Negli ultimi anni, le attività sul territorio sono state numerose e diversificate, spaziando tra prevenzione e cura.
Il 15 gennaio, i professionisti dell’UOSD Gioco d’Azzardo Patologico dell’ULSS 9 Scaligera hanno partecipato al mercato di San Bonifacio con un’Unità Mobile di Strada per promuovere la prevenzione. In collaborazione con Fondazione Exodus Onlus, sono stati distribuiti materiali informativi, gadget, e offerti autotest e counselling. L’iniziativa sarà replicata in altri comuni.
“Negli anni sono stati avviati percorsi informativi dedicati a operatori del pubblico e privato sociale – pediatri, medici di medicina generale, infermieri, assistenti sociali ed educatori, Forze dell’Ordine– per sensibilizzarli sull’identificazione del disturbo da gioco d’azzardo. Recentemente, è stata organizzata una formazione per i farmacisti, adottando il format del “Counseling breve”, già efficace per i fumatori, al fine di individuare possibili problematiche legate al gioco tra i clienti” spiega la dottoressa.
Un’attenzione particolare è stata dedicata alle scuole, con progetti mirati alle medie e superiori: “Dal 2020, oltre 14.000 studenti hanno partecipato a programmi di informazione e sensibilizzazione anche tramite il potenziamento delle Life Skills, come senso critico, autoconsapevolezza e fiducia in sé stessi” aggiunge la dottoressa.
Le linee guida per riconoscere la dipendenza dal gioco d’azzardo
Il DSM-5, manuale dell’Associazione Psichiatrica Americana utilizzato a livello globale, offre criteri chiari per identificare quando il gioco d’azzardo diventa patologico, descrivendo i tratti tipici della dipendenza. Il giocatore problematico non riesce a interrompere l’attività, vi dedica gran parte del tempo e trova piacere solo in essa. Spende denaro proprio e altrui in modo compulsivo, rimanendo intrappolato in un circolo vizioso difficile da spezzare.
“Riconoscere il problema è spesso complicato: serve ascoltare chi sta vicino, ammettere la difficoltà e chiedere aiuto. Tuttavia, la vergogna frena molti, soprattutto le donne, che provano imbarazzo verso la famiglia e il proprio ruolo sociale. Questo spiega perché, pur giocando, abbiano più difficoltà a cercare sostegno” continua la Dott.ssa Sabrina Migliozzi. “Per aiutare chi è in difficoltà, abbiamo attivato un numero di cellulare dedicato, pensato per garantire discrezione. Questa modalità è particolarmente utile per i giovani, che spesso considerano il contatto telefonico come un primo passo verso la richiesta di aiuto”.
Buone pratiche per replicare il progetto: l’importanza della collaborazione
“Il successo del progetto è stato possibile grazie alla collaborazione con le strutture del privato sociale, che, con esperienza consolidata e una rete capillare, offrono soluzioni che, come azienda sanitaria, non potremmo permetterci. Anche la collaborazione con gli assessori del Comune di Verona e Provincia è stata fondamentale, rendendo possibili iniziative come quelle nelle scuole e nei mercati. I percorsi di cura prevedono dei trattamenti ambulatoriali multiprofessionali in ogni sede Ser.D. integrati con le attività proposte sul territorio dai nostri partner (Self Help Cooperativa Sociale Onlus, A.G.A.T.A O.D.V., Comunità dei Giovani Soc. Coop. Soc., Cooperativa Sociale CE.I.S. Verona e GAV Società Cooperativa Sociale a.r.l. Onlus).
Infine, è importante comprendere che questo è un problema che riguarda tutta la comunità e che la chiave per affrontarlo è la collaborazione” conclude la Dott.ssa Sabrina Migliozzi.