Piani Terapeutici: la trappola burocratica per pazienti e MMG

Impedendo ai MMG di rinnovarli, si sprecano molte più risorse di quanto si risparmi. Ma la semplificazione è possibile. Un viaggio da Comma 22 nella giornata di un MMG con la Dr.ssa Lara Morelli, Medico di Medicina Generale, ASL Roma 1, Vicesegretario Provinciale FIMMG Roma
MMG

I casi reali

“Ci sono diversi casi in cui noi Medici di Medicina Generale ci troviamo con le mani legate. Prendiamo, ad esempio, un paziente con trombosi venose ricorrenti, tra i 55 e i 60 anni, per le quali l’angiologo prescriva un anticoagulante da assumere a vita. Il Piano Terapeutico dovrà, comunque, essere rinnovato annualmente e il MMG non potrà farlo, essendo prerogativa dello specialista.

Quindi, cosa succede? Il piano terapeutico scade, dalle strutture presso cui il paziente è in carico non arriva nessun Alert, il paziente non ha preso in tempo un appuntamento. Da chi va?  Dal Medico di Medicina Generale, chiedendo di prescrivergli una visita con priorità presso lo specialista. Il problema è che la scadenza del Piano Terapeutico non è una motivazione valida per apporre una priorità sulla prescrizione. Così il MMG e paziente devono cercare di capire come aggirare questo dilemma mentre il paziente rimane senza copertura. La burocrazia, insomma, è un fattore di rischio per la salute, ma non è riconosciuto come tale, impedendoci di aggirarla. 

Mi capita di affrontare almeno due, tre volte al giorno il problema dei Piani Terapeutici scaduti, su 80/100 pazienti che giornalmente vengono visitati nel mio studio o che mi contattano da remoto. 

Io, come molti MMG, spendo almeno il 40% del mio tempo facendo pratiche burocratiche. Il 5% solo a capire con i pazienti cosa fare quando i loro Piani Terapeutici li lasciano a piedi, anche se non mi competerebbe.   

Anche per questo, e i cittadini devono saperlo, l’orario di visita è ridotto: il resto del tempo lo passiamo nel labirinto delle carte, fisiche e virtuali”.  

Non è un esempio isolato

“Può capitare che un paziente diabetico, ben controllato dalla terapia, debba fare un ciclo di terapia cortisonica e ciò spesso causa uno scompenso del controllo glicemico: magari quel paziente avrà bisogno del glucometro e dei presidi per il monitoraggio della glicemia ma il MMG non può prescriverglielo. Esistono nuove molecole per la cura del diabete. Il MMG può prescriverne una. Se il Paziente il paziente ha bisogno di due di queste nuove molecole, non si può fare, bensì deve ricorrere allo specialista diabetologo di struttura pubblica.

Assurdo il caso dei pannolini per gli anziani: fino a pochi mesi fa li poteva prescrivere solo l’urologo, che spesso doveva andare a casa del paziente o il paziente deve essere spostato in ospedale per vedere lo specialista. Per un pannolino. Ora, li possiamo prescrivere anche noi MMG, ma solo per 6 mesi. Poi, uno specialista dovrà comunque rivedere la prescrizione, e approvarla definitivamente. Solo a quel punto potrò rinnovare direttamente la prescrizione con validità annuale”

Ancora più nel pratico

“Una paziente, in seguito ad un’embolia polmonare, ovviamente, ha bisogno di anticoagulanti. Non è una prescrizione di avanguardia. Ma il MMG non basta, serve il cardiologo. Che va trovato dai figli mentre la mamma è allettata. 

Un altro esempio è la fornitura di ossigeno a domicilio (ossigeno liquido, per terapie croniche), di cui il piano terapeutico è addirittura cartaceo e ha una validità spesso di soli 3 mesi. Lo può prescrivere solo lo pneumologo di struttura pubblica/convenzionata, che però, a volte non è uno specialista presente nei Centri Assistenziali Domiciliari.” 

Il problema del rinnovo dei piani terapeutici con MMG e il paradosso del risparmio che fa sprecare risorse

“Alla fine, la soluzione con il paziente si trova, ma costa tempo a me e, spesso, soldi a lui/lei costretti a passare per l’intramoenia, pagando di tasca propria. 

La mia convinzione è che molti di questi ostacoli nascano dall’intenzione di tenere sotto controlli i costi, sotto la falsa convinzione che i MMG prescriverebbero troppo. Ma, con le visite specialistiche, il tempo buttato a cercare di trovare una soluzione etc alla fine il sistema spreca molto di più di quanto risparmi. Intanto, c’è il rischio di lasciare sole le persone senza farmaci o con terapie serie B.”

Una direzione verso cui andare

“In realtà sarebbe possibile equilibrare le varie istanze aprendo un canale diretto e telematico tra MMG e specialisti, in modo che siano questi ultimi a decidere quali piani terapeutici richiedano una visita per il rinnovo e quali possono essere lasciati in capo ai MMG. 

E, per dirla tutta, queste esperienze già esistono: il problema è che sono in capo alle singole ASL e ognuna decide per conto suo lasciando al MMG il compito di capire quali ASL abbiano previsto di creare un canale preferenziale, con quali specialisti, per quale ben definito gruppo di terapie. Una follia.  

Il primo passo, perciò, sarebbe una regolamentazione che uniformi questi passaggi. Come in molte altre occasioni la sanità ha certamente bisogno di più risorse ma servirebbe anche una semplificazione organizzativa”. 

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di Tommaso Vesentini

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