La creazione di una rete nazionale di centri specializzati per la gestione delle neoplasie pancreatiche rappresenta un passo significativo per migliorare l’efficacia e l’uniformità delle cure oncologiche in Italia. La Cabina di Regia per l’implementazione delle Pancreas Unit ha recentemente definito criteri e standard per la creazione di centri regionali dedicati, con l’obiettivo di ottimizzare l’assistenza ai pazienti e garantire esiti clinici superiori.
Le Pancreas Unit rappresentano team multidisciplinari specializzati nella gestione del tumore del pancreas, operando all’interno di un Percorso Diagnostico-Terapeutico Assistenziale (PDTA) integrato che pone il paziente al centro delle cure, migliorando sia la qualità dei servizi offerti sia i risultati clinici. Con questa iniziativa, il Ministero della Salute punta a costruire un sistema sanitario più equo ed efficiente, in grado di affrontare l’incremento delle neoplasie pancreatiche, ridurre le disuguaglianze e migliorare concretamente la qualità di vita dei pazienti.
Un approccio integrato per una patologia complessa
Il tumore del pancreas è una delle neoplasie con la prognosi più severa e un’incidenza in costante aumento. Le proiezioni indicano una crescita del 34% nei casi e del 37% nella mortalità nei prossimi trent’anni. L’elevata complessità della diagnosi e del trattamento, soprattutto in ambito chirurgico, rende necessaria una rete di centri ad alta specializzazione, capaci di garantire un approccio multidisciplinare e personalizzato.
Le Pancreas Unit nascono per rispondere a questa esigenza, mettendo il paziente al centro di un percorso strutturato e coordinato tra diversi specialisti. L’obiettivo è migliorare gli esiti clinici e ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure.
Standard di qualità e centralizzazione delle competenze
La Cabina di Regia ha individuato alcuni obiettivi chiave per la rete delle Pancreas Unit:
- Definizione di criteri uniformi per i centri di riferimento regionali;
- Centralizzazione degli interventi di chirurgia pancreatica per ridurre la mortalità post-operatoria.
Secondo dati AGENAS, la mortalità nei centri con meno di cinque interventi annui raggiunge il 12,4%, mentre scende al 2,6% in quelli con un volume di 90-100 interventi all’anno. Questo evidenzia l’importanza di concentrare le competenze in strutture altamente specializzate.
Un modello a rete per garantire equità di accesso
Il progetto prevede un’organizzazione basata sul modello Hub & Spoke, con Pancreas Unit di I livello (hub) e di II livello (spoke), per assicurare una distribuzione equilibrata delle cure sul territorio. La razionalizzazione dell’offerta assistenziale punta a ridurre il fenomeno della migrazione sanitaria: attualmente, il 40% dei pazienti del Sud Italia si sposta al Nord per ricevere interventi chirurgici.
Requisiti minimi per i centri di eccellenza
Per essere accreditate come Pancreas Unit di I livello, le strutture dovranno rispettare standard precisi:
- Almeno 30 resezioni pancreatiche annue (con obiettivo di 50 entro tre anni);
- Mortalità post-operatoria a 90 giorni inferiore al 10% (e al 5% dopo tre anni);
- Sopravvivenza a tre anni pari o superiore al 35%.
I centri che non soddisfano ancora questi requisiti avranno un periodo di tre anni per adeguarsi, con il supporto delle reti regionali e specifici percorsi formativi.
La formazione come leva strategica
Un elemento essenziale per il successo del progetto è la formazione continua del personale sanitario. Programmi di mentoring, tutoring e proctoring favoriranno il trasferimento di competenze tra specialisti esperti e giovani professionisti, contribuendo a migliorare la qualità dell’assistenza.
Questa iniziativa si inserisce in una strategia più ampia di riorganizzazione dell’oncologia italiana, con l’obiettivo di rendere il sistema sanitario più efficiente ed equo, offrendo ai pazienti le migliori opportunità di cura indipendentemente dalla loro area geografica.