Dall’11 febbraio, il Pronto Soccorso dell’Ospedale Sant’Anna in provincia di Como (ASST Lariana) introduce una figura dedicata alla comunicazione e alla relazione tra ospedale, pazienti e parenti, nell’ambito di un progetto di riorganizzazione del servizio. Si tratta di operatori socio-sanitari (Oss) appositamente formati e selezionati in base a specifiche competenze ed attitudini, con l’obiettivo di rendere più fluida l’esperienza in Pronto Soccorso.
Gli operatori saranno presenti sette giorni su sette, dalle 7 alle 21, con l’intento di estendere il servizio h24 entro la fine dell’anno. Il loro ruolo sarà fondamentale nella gestione delle attese, una fase spesso critica per pazienti e caregiver.
Un supporto concreto durante l’attesa
“Quando si arriva in Pronto Soccorso sia pazienti che parenti possono dover aspettare – spiega Manuela Soncin, dirigente della Dapss di Asst Lariana -. L’attesa è un periodo molto delicato e per questo è importante gestirla nel modo migliore. Se, per esempio, i parenti vengono informati costantemente sul percorso del paziente, affrontano meglio l’attesa e lo stesso vale per il paziente stesso che, che, mentre aspetta, ha comunque tante necessità, dal caricare il telefono al mandare notizie ai familiari. A queste necessità i medici e gli infermieri impegnati nelle visite e negli accertamenti non possono certamente fare fronte. Allo stesso tempo, sono necessità che non si possono trascurare ed è doveroso che familiari e pazienti possano avere un punto di riferimento affidabile e rassicurante”.
Le nuove figure non forniranno informazioni sullo stato clinico del paziente, che rimangono di competenza del personale medico, ma saranno un punto di riferimento per aggiornamenti sul percorso assistenziale, indicazioni logistiche e supporto pratico, come il coordinamento con i volontari di A.Ma.Te o con i servizi socio-assistenziali per pazienti fragili.
Esperienze di comunicazione con i parenti già consolidate in altri ospedali
L’introduzione di questa figura non è un caso isolato. Ospedali come il Niguarda, il San Paolo e il San Carlo di Milano hanno già sperimentato questo modello, riscontrando benefici tangibili sia per i pazienti che per il personale sanitario. “Assicurare una comunicazione adeguata ed efficace ai pazienti e ai loro familiari – prosegue la dottoressa Soncin – avrà ricadute positive anche sul personale del Pronto Soccorso, oggi soggetto a distrazioni e stress per le continue richieste di informazioni”.
Una riorganizzazione anche negli accessi
Insieme all’introduzione di questa nuova figura, sarà riorganizzato anche l’accesso dei parenti all’interno degli spazi del Pronto Soccorso.
“Anche ai fini di creare un ambiente più confortevole e meno caotico – osserva Brunella Mazzei, direttore sanitario di Asst Lariana – gli ingressi dei parenti seguiranno lo stato di affollamento del Pronto Soccorso e la gravità della situazione del paziente. Queste regole, è evidente, non riguarderanno mai i pazienti strettamente dipendenti dai loro caregiver”.
Il progetto prenderà ufficialmente il via martedì 11 febbraio, in coincidenza simbolica con la Giornata Mondiale del Malato, a sottolineare l’impegno costante dell’ospedale per un’assistenza più vicina alle persone.