Questo articolo è la terza parte di Occhi senza volti: 1. Dal passato al presente
Altri Paesi hanno affrontato già da anni, ad essere precisi dall’inizio del nuovo millennio, il problema del ridotto accesso della popolazione diabetica alle strutture sanitarie oculistiche per l’esecuzione dell’esame del fondo oculare. Faro dell’iniziativa internazionale è stata la Gran Bretagna, che in pochi anni ha impiantato un sistema blindato di screening della RD mediante immagini digitali del fondo refertate a distanza, denominato Diabetic Eye Screening Programme (DESP, disponibile su https://www.gov.uk/guidance/diabetic-eye-screening-programme-overview).
Questo, secondo un report del 2016 di Peter Scanlon, che ne è stato uno degli interpreti di maggior rilievo, in soli 5 anni (2003-2008) si è capillarizzato su tutto il territorio nazionale, e nel 2015-6, su un totale di 2,59 milioni di diabetici convocati, ne ha sottoposto a screening fotografico 2,14 milioni, con un’attendance pertanto di oltre l’82%. Ancora più rimarchevole è stato il grande risultato, clinico e sociale, che la RD non è più, in UK, la principale causa di cecità in età lavorativa. Vale la pena ricordare che le fonti italiane più ottimiste forniscono una attendance alla valutazione del fondo oculare secondo linee-guida che raggiunge al massimo il 15%, con la metodica ambulatoriale precedentemente riportata e tuttora in vigore (almeno fino a questi giorni…).
Lo screening
Ci sono elementi vincenti nella struttura dello screening che si affiancano alla convocazione attiva. Lo screening fotografico del fondo oculare viene erogato su postazioni anche decentrate e mobili, da parte di personale non medico (screeners), sottoposto a training e controllo di qualità. Le immagini, trasmesse in modalità store-and-forward, vengono classificate da personale non medico (graders), anch’esso sottoposto a training e controllo di qualità, e medici esperti (diabetologi o oculisti) si dedicano ai casi patologici, sospetti, ed al controllo di una percentuale delle immagini refertate come negative. Si definisce così una ripartizione di compiti tra stakeholders che, già nell’ottenimento di una diagnosi, vede coinvolte figure diverse, di cui solo una (lo screener), ha fisicamente davanti il paziente; le altre figure ne osservano gli “occhi senza volti”.
L’esame del fondo in Italia
In Italia, almeno fino allo svolgersi della presente stesura, lo standard dell’esame del fondo è:
- Ottenere l’impegnativa dal proprio MMG/diabetologo;
- Prenotare la prestazione al CUP;
- Recarsi presso una struttura (di solito un distretto), condividendo la sala d’attesa con Pazienti affetti da altre patologie, a volte contagiose;
- Sottoporsi all’esame, della durata tabellata secondo il Tempario SUMAI 2006 di 15 minuti, con o senza dilatazione della pupilla con collirio. All’esame cono compresenti oculista ed infermiere;
- Consegnare il referto al MMG/diabetologo richiedente.
Nelle Province più avanzate, l’ultimo passaggio può essere sostituito dalla trasmissione del referto per via telematica, ma si è già citato che è spesso difficile parlarsi tra cartella diabetologica digitale (ne esiste un tipo che è diffuso nella stragrande maggioranza dei Servizi di Diabetologia) e software dei MMG.
Leggi anche Occhi senza volti: 4. Saper prendere il meglio dagli altri
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