Non autosufficienza: un piano per potenziare la medicina territoriale

Con oltre il 30% degli over 65 non autosufficienti, solo 2.000 geriatri su 6.000 necessari, e un sistema sanitario in cerca di sostenibilità, il futuro dell'assistenza agli anziani passa da prevenzione, medicina territoriale e continuità negli stili di vita.
non autosufficienza
Dario Leosco, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG)

In Italia, l’invecchiamento della popolazione pone sfide cruciali al Servizio Sanitario Nazionale e, in particolare, alla geriatria. Con un 30% degli over 65 affetto da problemi di non autosufficienza, la richiesta di assistenza specialistica è in forte crescita, ma le risorse disponibili non bastano.

“Abbiamo circa 2.000 geriatri attivi nel nostro Paese, ma ne servirebbero almeno 6.000 per rispondere adeguatamente ai bisogni degli anziani,” spiega il Prof. Dario Leosco, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG).

Negli ultimi anni, il numero di borse di studio per la specializzazione in geriatria è aumentato, ma il problema resta. Molte scuole di specializzazione non riescono a coprire tutti i posti disponibili. “È un problema sistemico – osserva -. Nonostante questo, stiamo assistendo a una crescita della competenza geriatrica, che è essenziale. Il geriatra non si limita a trattare malattie specifiche, ma abbraccia una visione complessiva dell’anziano, considerando i suoi bisogni clinici, sociali e sanitari in un’ottica di medicina della complessità.”

La prevenzione è il primo strumento per contrastare la non autosufficienza. “Stili di vita sani, stimolazione culturale, educazione alla salute: tutto parte da qui, ma è fondamentale iniziare presto. Le abitudini acquisite in gioventù, come l’attività fisica regolare, influiscono sull’invecchiamento. Tuttavia, la protezione garantita da queste pratiche svanisce se si smettono di seguire.”

Anche se l’Italia si colloca tra i Paesi più longevi d’Europa, grazie a un Servizio Sanitario Nazionale che resta tra i migliori, il Prof. Leosco evidenzia un aspetto critico: “Dobbiamo cambiare paradigma. Il futuro della sostenibilità passa per la deospedalizzazione degli anziani e lo sviluppo di una medicina di prossimità. È necessario rafforzare l’assistenza domiciliare e migliorare le strutture territoriali per offrire una risposta più adeguata e integrata.”

Si parla spesso di “invecchiamento attivo”, ma cosa significa davvero? Per Leosco, è un obiettivo realistico e raggiungibile, a patto di adottare un approccio continuativo. “L’invecchiamento in salute inizia da giovani, con scelte consapevoli e stili di vita sani, ma va mantenuto lungo tutto il corso della vita. Non basta iniziare: è la continuità a fare la differenza.”

Con una popolazione sempre più anziana, l’Italia ha davanti a sé una sfida impegnativa ma non impossibile. “Serve una visione lungimirante, risorse adeguate e un impegno congiunto per garantire agli anziani non solo assistenza, ma anche dignità e qualità della vita,” conclude il presidente della SIGG.

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