In un piccolo Comune dell’entroterra ligure, Neirone, prende forma un progetto sperimentale destinato a integrare e potenziare l’assistenza sociosanitaria sul territorio. “Neirone in Salute” rappresenta un modello che applica strumenti di digitalizzazione, domotica e strategie di integrazione ospedale-territorio, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita della popolazione locale, in particolare quella anziana.
Un’iniziativa basata su dati e prevenzione
L’iniziativa, promossa dall’Asl 4 Liguria, si configura come una sperimentazione avanzata delle disposizioni della legge n. 33 del 2023 sulle politiche per gli anziani, con un focus specifico sulla prevenzione, la diagnosi precoce e la personalizzazione dei percorsi di cura. Il progetto coinvolge circa 350 residenti over 65 del Comune, attraverso un’analisi dettagliata dei dati sanitari e amministrativi per identificare eventuali condizioni di fragilità e definire interventi mirati.
“Il Progetto – spiega Paolo Petralia, Direttore generale della Asl 4 – prevede la presa in carico degli abitanti con più di 65 anni residenti nel Comune di Neirone, per identificare le condizioni di criticità e fragilità nella popolazione anziana anche attraverso l’analisi di big data da database amministrativi. L’obiettivo è elaborare strategie di prevenzione e percorsi di diagnosi e cura mirati e personalizzati per il miglioramento della salute della comunità e alla promozione di un invecchiamento sano e attivo, e contestualmente per una maggiore appropriatezza nell’accesso alle prestazioni socio-sanitarie e maggiore aderenza terapeutica delle persone”.
Un modello di comunità integrata
Uno degli aspetti centrali dell’iniziativa è la costruzione di una rete di supporto che vede la collaborazione tra enti locali, professionisti sanitari e associazioni del territorio. Il Comune, nella persona del Sindaco, fornisce spazi e supporto logistico per le attività, mentre il tessuto sociale locale, tra cui la parrocchia, la pubblica assistenza e le associazioni di volontariato, contribuisce all’implementazione delle azioni previste. “Il nostro obiettivo è garantire che nessuno resti indietro, offrendo alla nostra comunità le migliori opportunità di accesso alla salute”, dichiara Stefano Sudermania il Sindaco di Neirone.
Il ruolo dei professionisti sanitari
Dal punto di vista sanitario, il progetto si avvale della presenza dei Medici di Medicina Generale e di un team di professionisti dell’Asl 4, tra cui infermieri di famiglia e comunità, farmacisti territoriali, assistenti sociali e operatori specializzati in attività fisica adattata.
“La prospettiva – aggiunge Petralia – è realizzare un sistema di cure primarie in senso largo, integrato e di prossimità, che parte dalla proattività dei cittadini, dell’infermiere di famiglia e di comunità e dell’assistente sociale, ed è catalizzata nel riferimento del medico di medicina generale in un team residenziale e specifico (Unità di valutazione territoriale)”.
Tecnologia e sanità di prossimità
Una delle innovazioni del progetto è l’utilizzo della Centrale Operativa Territoriale (COT), che funge da snodo per il coordinamento degli interventi e l’integrazione tra i diversi attori coinvolti, facilitando la comunicazione tra i servizi territoriali e ospedalieri. Inoltre, l’impiego degli ambulatori mobili della flotta “Gulliver” permette di avvicinare i servizi sanitari anche alle frazioni più remote del Comune.
Il Punto Salute e le attività di prevenzione
Il Punto Salute “Neirone in Salute” sarà il fulcro operativo del progetto, ospitando gli infermieri di famiglia e comunità e offrendo accesso libero o su appuntamento per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche. Gli anziani coinvolti saranno sottoposti a screening per la valutazione del rischio di fragilità e di patologie cardiovascolari e metaboliche, con possibilità di interventi domiciliari per le persone non autosufficienti.
“Questo – conclude Petralia – permetterà di concordare un piano d’azione con l’obiettivo di ritardare il più possibile le limitazioni nell’autonomia migliorando la qualità di vita, evitando accessi al Pronto Soccorso e mantenendo la permanenza delle persone anziane il più possibile presso la propria casa. Nel corso dell’intervento degli IFeC, qualora emergessero bisogni di cura o di assistenza, saranno individuate le possibili soluzioni assistenziali, in collaborazione con il Medico di Medicina Generale e la rete dei servizi territoriali. Potranno inoltre essere attivate sedute di Attività Fisica Adattata (AFA) rivolte a persone anziane, anche con alcune limitazioni”.
Un modello per il futuro
Anche gli infermieri di famiglia e comunità sottolineano l’importanza del progetto: “Il nostro compito è intercettare i bisogni dei cittadini prima che diventino emergenze, migliorando l’accesso alle cure e promuovendo la prevenzione”, spiega un Infermiere di Famiglia e Comunità coinvolto nell’iniziativa.
L’iniziativa si propone di sperimentare un nuovo modello di assistenza basato su prossimità e integrazione, con l’obiettivo di migliorare l’aderenza terapeutica, ridurre il ricorso all’ospedale e favorire la permanenza delle persone nel proprio domicilio. Pur essendo una fase pilota, il progetto potrebbe offrire spunti interessanti per una futura applicazione su scala più ampia, contribuendo alla costruzione di comunità più resilienti e orientate alla salute.