La privacy è spesso percepita come un ostacolo alla ricerca scientifica e alla gestione dei dati sanitari. Ma è davvero così? Angelo Aliquò, Direttore Generale dell’Ospedale San Camillo, ribalta questa visione: “La privacy non è un limite, ma un valore sociale fondamentale che protegge i diritti delle persone. Interpretare e applicare correttamente le norme permette di trasformarla in un’opportunità.”
Aliquò chiarisce subito un equivoco diffuso: “Non si può dire che la normativa sulla privacy rappresenti un ostacolo. Al contrario, la ricerca oggi si nutre di dati. La condivisione tra istituti, aziende e Stati è cruciale per affrontare le sfide della sanità moderna.”
Regole e innovazione: una sinergia necessaria
Le regole, secondo Aliquò, non sono muri invalicabili, ma strumenti per il bene comune: “Rispettare le norme significa valorizzare i dati in un contesto di sicurezza e fiducia. Quando parliamo di ricerca sanitaria, l’utilizzo dei dati deve sempre avvenire nel rispetto delle regole, che sintetizzano l’interesse collettivo.”
L’esperienza del Direttore Generale, maturata in realtà come l’Istituto Spallanzani e un centro specializzato in neuroscienze, conferma questa visione: “Interpretare correttamente le norme può agevolare la ricerca. I Data Protection Officer (DPO) non sono ostacoli, ma figure di supporto che aiutano a individuare le soluzioni più efficaci nel rispetto della legge.”
Dal dato alla salute: un percorso condiviso
“Non dobbiamo più chiederci se possiamo usare i dati sanitari, ma come farlo nel miglior modo possibile,” sottolinea Aliquò. “La ricerca si basa sui dati, ma non basta raccoglierli. Occorre sviluppare sistemi informativi che rendano questi dati accessibili e utili.”
Aliquò evidenzia l’importanza di un approccio integrato: “Chi sviluppa le tecnologie deve dialogare con chi opera in prima linea. I medici devono indicare le loro necessità, mentre i direttori generali devono garantire processi agili e funzionali. Anche i DPO giocano un ruolo chiave nel tracciare percorsi chiari e rispettosi della privacy.”
Un obiettivo condiviso: la salute dei cittadini
In chiusura, Aliquò ribadisce il focus sulla salute pubblica: “Ogni attore del sistema deve contribuire al percorso evolutivo che porta alla tutela della salute dei cittadini. La privacy non è un vincolo, ma un valore che permette di costruire un sistema sanitario innovativo, sicuro e rispettoso dei diritti fondamentali.”
Il messaggio è chiaro: un uso consapevole e regolamentato dei dati sanitari non solo tutela la privacy, ma rafforza l’efficienza e l’efficacia del sistema sanitario nel suo complesso.