“È giunta l’ora che la competenza del Flebologo venga riconosciuta anche in ambito Istituzionale” dice Maurizio Ronconi, Direttore. S.C. Chirurgia Generale ASST Spedali Civili di Brescia e Presidente Associazione Flebologica Italiana
Fino agli anni duemila l’intervento principe della flebologia e unica cura riconosciuta per le vene varicose è stata la rimozione della vena safena (safenectomia). “In questi ultimi 20 anni si sono aperte le porte di un’intera nuova scienza: nuovi strumenti diagnostici come l’ecocolordoppler ci hanno permesso di capire l’anatomia e la fisiopatologia del sistema venoso, consentendoci di disegnare vere e proprie “mappe emodinamiche” del sistema venoso prima nemmeno pensabili. Proprio queste nuove conoscenze ci permettono di scegliere tra le varie possibilità terapeutiche quella più adatta per curare quella vena malata in quel preciso istante (Taylored Surgery)”.
“Una cosa, però, è rimasta indietro: il riconoscimento della figura del flebologo – continua Ronconi -. Al momento esistono i flebologi ma non la flebologia – scherza il chirurgo. – Il sapere medico viene tramesso come un’arte, dai maestri agli allievi. Ancora oggi, la formazione del flebologo è tutta a carico del giovane medico appassionato della materia, che segue da una città all’altra i corsi dei grandi Maestri”.
Tre obiettivi per la flebologia
“Il primo è veder riconosciuta la figura del Flebologo. Nel nostro Paese l’Istituzione che ha il compito di occuparsi della formazione dei giovani è l’Università, ma l’Università non prevede al momento attuale un corso di specializzazione post-laurea in Flebologia. Un’ alternativa possibile, già in uso in altri Paesi (Germania, Francia) è che siano gli Ordini dei Medici che si prendano carico di questa incombenza, inviando i giovani che lo vogliano presso studi di Flebologi esperti per periodi di training di due-tre anni al temrine dei quali venga certificato il riconoscimento come “Flebologo”.
Altro obiettivo fondamentale è la creazione di un “polo delle malattie vascolari”, non solo di ambito venoso ma anche arterioso, per la creazione di una vera e propria “rete delle malattie vascolari”. L’intento, in analogia a quanto avviene per le reti nazionali “Stroke” ed “Infarto del miocardio”, è coagulare intorno ad interessi comuni tutte le Società Scientifiche che ruotano attorno al tema “Vascolare”. Siamo infatti convinti che, per interloquire con stakeholder Istituzionali e decisori della Sanità, sia mandatario presentarsi come gruppo unico: una sola voce per proporre strategie di miglioramento dei Servizi Sanitari, sia pubblici che privati, in ambito vascolare.
Terzo obiettivo è un aiuto concreto per i pazienti. Una calza elastica medica, prescritta dal chirurgo vascolare, costa in media 140 euro. Il paziente dovrà utilizzarne più di una nella vita. Ci rendiamo conto che il rimborso da parte del SSN non sia per il momento proponibile, ma almeno la riduzione dell’IVA su questi accessori di cura sarebbe un grande aiuto”.
Che impatto sulla salute pubblica
“Le varici e altre malattie venose croniche interessano il 40% della popolazione e pesano per il 2% dell’intera spesa sanitaria. Invecchiando la popolazione, aumenteranno di incidenza. L’intervento precoce, però, può cambiare il rapporto con la cronicità. La Malattia Venosa Cronica è classificata con una scala di gravità che va da 1 a 6 (la più grave). I casi di livello 2 hanno il 30 % di possibilità di peggiorare fino a 6. Investire nella prevenzione e nella cura precoce della malattia venosa significa ampliare la possibilità di prevenire il peggioramento, con grande risparmio di salute e di risorse per la sanità”.
Pillole di prevenzione
“Le vene varicose hanno una predisposizione genetica e familiare. Persone con casi in famiglia hanno probabilità maggiore di svilupparle a loro volta la malattia. Nonostante ciò, esistono degli accorgimenti che possono, a prescindere dalla predisposizione, arginare grandemente la gravità della patologia e posticiparne l’insorgenza. Il movimento è, in assoluto, il più importante: camminare è fondamentale perché la principale pompa del sangue venoso è rappresentata dalla contrazione della muscolatura delle gambe”.
Per saperne di più
Maurizio Ronconi sarà a presente a Welfair, fiera del fare Sanità il 6 novembre 2024 h. 11.30 – 13.30 a Fiera di Roma per il il tavolo
Il riconoscimento della figura del flebologo: quali possibilità? La Formazione del flebologo: quali strategie? Linee guida e buone pratiche in flebologia. (Vascolare, società scientifiche)
Coordinano e moderano:
Roberto Di Mitri, Direttore Scientifico e Ufficio di Direzione Sanitaria Casa di Cura San Rossore Pisa – Presidente Società Italiana di Flebologia SIF
Maurizio Ronconi, Direttore. S.C. Chirurgia Generale ASST Spedali Civili di Brescia – Prof. a. c. Scuola Specialità in Chirurgia Generale Università degli Studi di Brescia – Presidente Associazione Flebologica Italiana AFI
Intervengono:
Bruno Amato, SIF, Professore Associato Chirurgia Vascolare Università Federico II Napoli
Guglielmo Emanuelli, Chirurgo Vascolare/Flebologo Libero Professionista
Augusto Farina, Chirurgo Vascolare/Flebologo Libero Professionista
Enzo Strati, Chirurgo Vascolare/Flebologo Libero Professionista
Alessandro Frullini, Chirurgo Vascolare
Gianluigi Rosi, Flebologo
Domenico Benevento – Direttore Flebolinfologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese
Stefano Bartoli – Segretario SICVE
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