La riforma della sanità territoriale rappresenta un passaggio cruciale per il futuro del nostro sistema sanitario, e il DM 77 del 2022 pone gli infermieri in una posizione centrale. Ne abbiamo parlato con Carmelo Gagliano, consigliere FNOPI, che ci ha spiegato il ruolo strategico dell’infermiere di famiglia e comunità, definendolo “il perno su cui si costruisce la nuova organizzazione sanitaria territoriale”.
L’aumento delle patologie croniche, delle comorbidità e del numero di persone che vivono sole richiede un cambio di paradigma.
“La figura dell’infermiere si evolve, diventando centrale nella gestione delle cure. Con l’infermiere di famiglia e comunità, possiamo assicurare una presa in carico continuativa e qualificata dei pazienti, soprattutto di quelli cronici, garantendo una risposta adeguata ai bisogni epidemiologici emergenti”.
L’obiettivo è chiaro: mettere a disposizione della popolazione una rete di assistenza che integri competenze specialistiche e tecnologia, valorizzando la centralità del paziente.
Il futuro dell’assistenza è domiciliare con l’infermiere di famiglia
La casa diventa il primo luogo di cura, grazie al supporto della sanità digitale e alla capacità degli infermieri di coordinare i diversi attori del sistema.
“Il nostro ruolo è garantire una transizione fluida tra l’ospedale e il domicilio, gestendo le cure in maniera integrata. In questo, la sinergia tra competenze specialistiche e tecnologie digitali rappresenta un punto di forza imprescindibile”, spiega.
Un approccio che non solo risponde alle esigenze di salute dei cittadini, ma contribuisce anche a decongestionare gli ospedali, spostando il focus verso un’assistenza di prossimità, più umana e personalizzata.
La riforma punta a trasformare radicalmente l’organizzazione delle cure, mettendo gli infermieri al centro del sistema.
“L’eleggibilità assistenziale passa attraverso il nostro lavoro: siamo noi a garantire che i pazienti ricevano le cure di cui hanno bisogno, nel modo giusto e al momento giusto”
Questa visione integra competenze avanzate e l’utilizzo della telemedicina, ma soprattutto mette in primo piano il rapporto di fiducia tra l’infermiere e la comunità.
“Il paziente non è un numero: è una persona, con bisogni specifici, che richiedono risposte individualizzate e di qualità”, conclude.
La sfida lanciata dalla riforma è ambiziosa, ma necessaria. La figura dell’infermiere di famiglia e comunità incarna un modello di sanità più vicino ai cittadini, capace di affrontare le complessità del presente e le sfide del futuro.
Grazie alla combinazione di competenze professionali, tecnologie innovative e un approccio multidisciplinare, il sistema sanitario territoriale si prepara a rispondere, con concretezza e umanità, alle nuove esigenze della popolazione.