Ischemia critica degli arti inferiori: il modello di Arezzo

L’arteriopatia periferica colpisce oltre 200 milioni di persone nel mondo. Il 10% sviluppa ischemia critica, con rischio elevato di amputazione. Al San Donato, un modello multidisciplinare consente di salvare ogni anno oltre 400 pazienti grazie alla collaborazione tra più specialità.
ischemia critica
Dr. Giorgio Ventoruzzo, direttore UOC Chirurgia Vascolare Ospedale Arezzo e responsabile Rete Diagnostica Vascolare Asl Tse

All’Ospedale San Donato di Arezzo, un modello multidisciplinare per il trattamento dell’ischemia critica degli arti inferiori consente ogni anno di salvare oltre 400 pazienti grazie alla collaborazione tra diverse specialità, tra cui chirurgia vascolare, diabetologia, cardiologia, radiologia interventistica, malattie infettive, medicina interna e nefrologia. 

“L’ischemia critica rappresenta lo stadio finale dell’arteriopatia degli arti inferiori, causata da restringimenti o occlusioni delle arterie su base aterosclerotica – spiega il dr. Giorgio Ventoruzzo, direttore UOC Chirurgia Vascolare Ospedale Arezzo e responsabile Rete Diagnostica Vascolare Asl Tse -. Si manifesta con dolore continuo alla gamba anche a riposo e/o ulcere distali che possono portare alla gangrena e alla necessità di amputazione”. 

I numeri dell’arteriopatia periferica 

Secondo le stime, l’arteriopatia periferica colpisce più di 200 milioni di persone nel mondo, con numeri in crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento del diabete, che interesserà 1 adulto su 10 entro il 2040. Circa il 10% dei pazienti sviluppa ischemia critica, una patologia associata a elevati rischi di amputazione e mortalità. 

“È paragonabile ad un incendio che deve essere spento il prima possibile e questo si può ottenere solo con una presa in carico rapida del paziente e un approccio multidisciplinare estremamente organizzato, che porti il prima possibile al tentativo di salvare l’arto con tecnica endovascolare (angioplastica), chirurgica tradizionale (Endoarteriectomia/Bypass) o ibrida, ovvero combinata chirurgica ed endovascolare” prosegue il dr. Ventoruzzo. 

Tecniche avanzate per ridurre l’invasività 

Tra le tecniche più avanzate adottate al San Donato spiccano quelle mininvasive, che permettono interventi in anestesia locale e con approccio percutaneo, ampliando le possibilità di cura anche per pazienti fragili. La Radiologia Interventistica offre soluzioni per i casi più complessi: “Nei pazienti in cui è impossibile la rivascolarizzazione esistono delle terapie mininvasive, eseguite dalla Radiologia Interventistica diretta dal dr. Pasquale Petruzzi, che si sono dimostrate efficaci in molti casi nel salvare l’arto – continua il dr. Ventoruzzo. Al San Donato nel tempo è stato messo a punto un percorso di eccellenza che ha sistematizzato il processo di valutazione, trattamento e follow-up dei pazienti con ischemia critica”. 

Il ruolo della gestione delle ulcere 

Un ruolo centrale è svolto dal Centro Piede Diabetico, diretto dalla dr.ssa Alessia Scatena, che monitora e tratta le ulcere a rischio di complicanze: “Ogni piccola ulcera a carico degli arti inferiori può complicarsi e mettere l’arto a rischio di amputazione maggiore – spiega la dr.ssa Alessia Scatena, direttrice della UOC Diabetologia e coordinatrice del Gruppo di Studio italiano del Piede diabetico -. Il Centro di Piede Diabetico prende in carico la gestione di tutti i pazienti con ischemia critica, anche non diabetici, assicurando un’assoluta equità di accesso alle cure e un controllo, anche a distanza, dei pazienti attraverso la tele-cooperazione sanitaria tra infermieri della diabetologia e servizio infermieristico territoriale”.  

Dopo la guarigione, il rischio di nuove ulcerazioni resta alto, con una probabilità intorno al 40% nel primo anno, motivo per cui il monitoraggio continuo è importante. 

Focus su complicanze infettive e ricerca scientifica 

Le lesioni vascolari spesso presentano complicanze infettive. Il dr. Danilo Tacconi, direttore UOC Malattie Infettive, sottolinea l’importanza di una gestione appropriata delle terapie antibiotiche per trattare infezioni resistenti e complesse. 

“L’organizzazione multidisciplinare è stata la spina dorsale di una intensa attività di ricerca scientifica ad elevato impatto sulla pratica clinica che ha reso il nostro Ospedale un punto di riferimento in questo ambito nel panorama italiano e internazionale. Siamo convinti che non ci possa essere una buona attività clinica senza una buona attività di ricerca che oltretutto ci permette di trattare i nostri pazienti con materiali innovativi di ultimissima generazione senza aggravi di costi per le finanze aziendali” aggiunge il dr. Francesco Liistro, direttore della UOSD di Cardiologia Interventistica che ha coordinato in questi anni studi clinici pubblicati su riviste scientifiche internazionali. 

Un punto di riferimento nazionale 

“Dal 2012 l’attività aretina si conferma tra le migliori in Italia secondo i dati PNE Agenas 2023, ma si può ancora migliorare – conclude il dr. Ventoruzzo –. In tutto questo resta fondamentale puntare l’attenzione anche all’aspetto umano e al rapporto con il paziente. A tal fine si ringraziano le nostre equipe infermieristiche che, con la loro professionalità e umanità, riescono a far sentire il paziente come se fosse in famiglia durante tutto il periodo di ricovero”. 

La rete ospedaliera per il trattamento delle varici

Oltre al trattamento dell’ischemia critica, l’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare diretta dal dr. Giorgio Ventoruzzo si distingue anche per la gestione delle varici degli arti inferiori, una patologia molto diffusa che trova spesso difficoltà di trattamento nel Sistema Sanitario Nazionale. Grazie a un’organizzazione basata sulla rete ospedaliera e all’impiego delle tecniche più moderne, prevalentemente la tecnica mininvasiva della Termoablazione safenica con radiofrequenza o laser, l’equipe del San Donato di Arezzo ha eseguito nel 2024 circa 500 interventi mininvasivi, riducendo sensibilmente i tempi di attesa e garantendo ai pazienti un recupero rapido e meno traumatico.

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