Interventi chirurgici agli anziani: la domanda che tutto il SSN si dovrà porre

Pacemaker a paziente a 103 anni: “Ha pieno diritto a cure e qualità della vita” dice il primario Luciano Sutera Sardo dell'ASP Agrigento
Un albero anziano, con parte dei rami secchi ed altri ancora rigogliosi, sulla sommità di una collina stretta e lunga, inondata di sole e erba verde e con, sullo sfondo, altri alberi
Centuries-old til trees in fantastic magical idyllic Fanal Laurisilva forest on sunrise. Madeira island, Portugal

Aumentando la vita media e il numero assoluto di anziani, aumentano anche la richiesta di prestazioni ed interventi chirurgici agli over 75.

Questa tendenza pone il Servizio sanitario nazionale davanti alla prospettiva di non poter far fronte al crescente bisogno di salute, in particolare connesso alle malattie croniche e in risposta al quale prevenzione e cure a domicilio e sul territorio sono state individuate sia dal PNRR che dal DM 77 come le migliori strategie di sostenibilità.

Ma, intrecciata specularmente al tema della sostenibilità, esiste un’altra dinamica, dal taglio nettamente più positivo. Il fatto che sempre più persone tra i grandi anziani possano trarre molto beneficio da interventi anche impegnativi, continuando a vivere una vita sana e attiva.

Interventi chirurgici ai grandi anziani all’ospedale di Canicattì (Agrigento)

Interventi chirurgici anziani
Il primario Luciano Sutera Sardo

Esempio plastico è quello offerto dall’intervento di pacemaker ad un paziente presso l’ospedale siciliano. L’intervento è stato compiuto dal primario Luciano Sutera Sardo che non si è mai sottratto ad eseguire interventi di questo tipo anche a beneficio di pazienti ultracentenari o comunque molto anziani sostenendo che anche loro Hanno pieno diritto ad essere salvati e a continuare a vivere la loro vita a qualunque età siano giunti”.

All’esito della visita di controllo, l’anziano e i suoi figli erano molti contenti – aggiunge la nota dell’ASP Agrigento – tenuto conto che il pacemaker assicura una qualità di vita migliore al paziente prossimo al compimento dei centoquattro anni. “L’unità operativa di cardiologia – ha continuato il primario – non è nuova ad interventi del genere. Nel marzo dell’anno scorso ha operato con successo una donna di centodue anni. L’intervento è stato un successo non soltanto del reparto ma dell’intero Presidio ‘Barone Lombardo’ (dottor Giuseppe Augello) e dell’intera ASP di Agrigento (DG Giuseppe Capodieci).”

La domanda non detta alla quale l’intervento risponde

È quella alla quale sempre più chirurghi, medici di medicina generale e specialisti dovranno rispondere: “Vale il rischio dell’intervento”. La risposta da una parte dipende dalle condizioni del paziente e dalla valutazione del medico (ovviamente). Ma, dall’altra, prevede di confrontarsi con una trasformazione culturale. Ossia quella che vede in diverse condizioni legate all’età non più fenomeni irreversibili ma sintomi curabili, deterioramento cognitivo, condizioni cardiache e dolori in primis.  

Come FARESANiTÀ Magazine, ci auguriamo che la risposta sia sempre più spesso: “Sì, vale la pena operare i grandi anziani ove esista una concreta possibilità di miglioramento. Perché, indipendentemente dall’età, tutti e tutte hanno diritto di vivere la vita migliore possibile”.

Facebook
X
LinkedIn
WhatsApp

Ti potrebbe anche interessare:

BANNER ADV RETTANGOLARE

ARTICOLI CORRELATI

Vedi tutti gli articoli della sezione:

Vuoi contribuire alla discussione?

Cosa ne pensi di questo tema? Quali sono le tue esperienze in materia? Come possono divenire spunto di miglioramento? Scrivi qui ed entra a far parte di FARESANiTÀ: una comunità libera di esperti ed esperte che mettono assieme le loro idee per portare le cure universali nel futuro.

riforma
Cerca

Compila il form per scaricare il Libro bianco

ISCRIVITI