Infermiere di Comunità: i primi dieci in Basilicata

Con un finanziamento di 972 mila euro, proveniente da fondi comunitari e non dal Servizio Sanitario Nazionale, il progetto punta a rafforzare la sanità territoriale attraverso l’introduzione di ambulatori locali, un approccio multidisciplinare e un team sanitario dedicato.
infermiere di comunità

L’obiettivo è ridurre le ospedalizzazioni inappropriate e affrontare in modo più efficace le sfide legate all’invecchiamento della popolazione e alla gestione delle patologie croniche nelle aree interne.

Dal 1° gennaio, l’area del Marmo Platano accoglierà una nuova figura professionale nell’ambito dell’assistenza sanitaria territoriale: l’infermiere di comunità. L’iniziativa, hanno detto gli esponenti della Regione in conferenza stampa – si configura come un passo concreto verso un modello di sanità più vicino ai cittadini, in grado di rispondere alle sfide della cronicità e dell’invecchiamento demografico nelle aree interne.

La sperimentazione, avviata grazie a un finanziamento di oltre 972 mila euro provenienti da fondi comunitari, esterni al fondo del Sistema Sanitario Nazionale, coinvolge i comuni di Bella, Baragiano, Balvano, Pescopagano, Castelgrande, Muro Lucano e Ruoti, estendendosi anche a San Fele, Rapone e Ruvo del Monte attraverso la programmazione 2021-2027. Ogni comune avrà a disposizione un infermiere dedicato, che opererà non solo attraverso ambulatori territoriali, ma anche integrandosi nel tessuto sociale locale.

Un approccio proattivo e multidisciplinare

L’infermiere di comunità non si limita all’esecuzione di prestazioni su richiesta, ma garantisce un approccio proattivo e multidisciplinare. Tra i suoi compiti, la prevenzione, l’educazione sanitaria, il supporto alle famiglie e la gestione di patologie croniche, con l’obiettivo di ridurre gli accessi ospedalieri non necessari e migliorare la qualità di vita complessiva dei pazienti.

“Questa figura è pensata per avvicinare i servizi ai cittadini, offrendo risposte concrete e tempestive”, ha affermato Vito Bardi, presidente della Regione Basilicata.

L’assessore alla Salute Cosimo Latronico ha sottolineato come il progetto rientri in una strategia più ampia di potenziamento della medicina territoriale. “Il rafforzamento dei servizi sociosanitari nelle aree interne è una priorità. Con questa iniziativa vogliamo consolidare un modello di prossimità che tenga conto delle specificità locali”, ha dichiarato.

Dal punto di vista operativo, il personale infermieristico è stato reclutato tramite il Concorso Pubblico Unico Regionale, che ha previsto l’assunzione di 142 infermieri a tempo indeterminato. Antonello Maraldo, direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Potenza (ASP), ha spiegato che il progetto è finanziato in via sperimentale con risorse esterne al Fondo Sanitario Nazionale e partirà con un gruppo iniziale di dieci infermieri.

Un modello replicabile per una sanità più equa

La figura dell’infermiere di comunità si inserisce nell’ambito della Strategia dell’Area Interna Marmo Platano, promuovendo una presa in carico personalizzata e continuativa. Questo approccio potrebbe rappresentare un modello replicabile, contribuendo a una sanità più equa, resiliente e capace di valorizzare le risorse territoriali.

In un contesto in cui le sfide della cronicità e della frammentazione dei servizi sanitari si fanno sempre più pressanti, il progetto dell’infermiere di comunità pone le basi per un cambio di paradigma, orientato al benessere collettivo e alla coesione sociale.

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