Non sono mai stati stimati così tanti casi di melanoma come per lo scorso anno
“La possibilità che l’anno appena passato sia un anno ‘nero’ per il melanoma in Italia è alta. Questo numero così elevato può essere letto sia come una maggiore sensibilità della popolazione a sottoporsi a controlli regolari, fondamentali per una diagnosi precoce del tumore, che come una maggiore esposizione ai fattori di rischio, ad esempio ai raggi solari senza adeguata protezione o il ricorso ai lettini abbronzanti. Anche il ritorno alla prevenzione dopo gli anni di pandemia ha influito”. A commentare è Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli.
“Tuttavia, a questo bilancio delle diagnosi, si contrappongono gli eccezionali successi nella terapia. Grazie all’immunoterapia anche nei casi di melanoma metastatico, le forme più gravi e contro le quali fino a poco tempo fa avevamo poche opzioni di cura, oggi il 50% dei pazienti sopravvive dopo 10 anni dalla diagnosi”.
È per questo che nelle nuove linee guida sul melanoma della European Society for Medical Oncology (ESMO), pubblicate solo di recente, l’immunoterapia è passata dall’essere l’ultima opzione a terapia di prima scelta.
“Il melanoma è uno dei principali tumori che insorgono in giovane età. Costituisce in Italia attualmente il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni. Negli ultimi 20 anni la sua incidenza è aumentata drammaticamente. Si è passati dai 6.000 casi nel 2004 agli 11.000 nel 2014, fino ad arrivare ai possibili 17.000 nel 2024”.
L’immunoterapia
Anche le chances di sopravvivenza sono aumentate progressivamente e significativamente negli anni, in particolar modo grazie all’immunoterapia. Le nuove raccomandazioni sono state messe a punto da un gruppo multidisciplinare di esperti provenienti da Europa, Stati Uniti e Australia e si basano sui dati scientifici più recenti.
“Nel documento l’immunoterapia adiuvante, quella post-intervento chirurgico, viene raccomandata sia nei casi di melanoma di stadio IIB e IIC, che di stadio III, quindi anche in presenza di malattia metastatica” spiega Ascierto. “L’immunoterapia adiuvante viene indicata anche come prima opzione nei casi di melanoma metastatico, prima o in sostituzione della terapia target.
Inoltre, nelle nuove linee guida è presente la cosiddetta immunoterapia ‘dual block’, quella composta da due farmaci che agiscono su due ‘blocchi’ diversi di inibizione del sistema immunitario, da poco resa rimborsabile dall’Agenzia Italiana del Farmaco nei casi di melanoma non resecabile o metastatico”.
Come atteso, gli esperti hanno inserito nelle raccomandazioni anche l’immunoterapia neoadiuvante, cioè quella che si somministra prima dell’intervento chirurgico, nei casi di melanoma metastatico.
Il percorso di cura del melanoma in Italia
“Le nuove linee guida tengono conto degli enormi progressi fatti nella diagnosi e nella cura di questa malattia in forte crescita – conclude Ascierto.
Ma anche se le terapie evolvono rapidamente, un punto rimane fermo e sempre valido ed è la prevenzione che rimane la nostra migliore arma contro il melanoma”.
“In Italia c’è un allineamento pressoché totale alle indicazioni ESMO. Anche nel merito del trattamento neoadiuvante. Attendiamo la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale dell’estensione dell’indicazione del pembrolizumab come trattamento neoadiuvante in accordo alla legge 648”.