“I cicli dell’acqua, del vento e delle rocce hanno impatto invisibile, ma determinante su tumori e malattie”.
“Uno tra i primi esempi di geologia medica ce lo offre Leonardo da Vinci che confrontò le ramificazioni dei fiumi e delle arterie capendo che seguivano principi fisici comuni. Dopo di lui furono in molti – medici, teologi, naturalisti- ad intuire che c’era una relazione profonda tra geografia, geologia e salute. Oggi – spiega Enrico Miccadei – sappiamo che l’acqua impiega decine di anni a passare dalle cime innevate, dalle doline carsiche alle sorgenti. Questo vuol dire che tra pochi anni cominceremo porbabilmente a bere sostanze tossiche dovute al boom degli inquinanti avvenuto a partire dagli anni 80”.
Enrico Miccadei è Professore Ordinario di Geografia Fisica e Geomorfologia del Dipartimento di Scienze presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara, Direttore del Centro di Ateneo Ud’A TEMA (Terra-Mare) e Membro del Gruppo di Lavoro One Health dell’Associazione Italiana Microbiologi Clinici.
Il suo incontro con la geologia medica fu personale e avvenne quando la leucemia colpì uno dei suoi dottorandi in meno di un anno. “Il referto finale riportava ‘Cause Ambientali” come origine della malattia. La domanda che ci ponemmo fu: Quali?”
Cosa significa “cause ambientali”?
“Durante il Covid-19 le città più inquinate in Italia erano Milano e Pescara. Perché Pescara? Perché le industrie erano ferme, ma i venti continuavano a circolare”.
“Per buona parte del ‘900 il fiume giapponese Jinzū venne inquinato da Cadmio e da altri metalli pesanti legate alle attività estrattive. L’acqua inquinata penetrò nelle risaie e nel terreno portando ad un’epidemia sconosciuta e nota, ora, come sindrome di “itai-itai” che dal giapponese si può tradurre più o meno come sindrome del Ahi che dolore”.
“Ad oggi esistono leggi precise sul massimo livello consentito di radon nei materiali di costruzioni, per esempio, di una scuola. Ma, se non conosciamo qual è l’inquinamento presente nel suolo, che valore di prevenzione possiamo aspettarci di rispettare”?
Quando indagammo la morte del mio dottorando Francesco Ricci con la prima borsa di studio in geologia medica sostenuta dall’Associazione Italiana Leucemia, scoprimmo che esisteva, lungo il corso del fiume Pescare, una sovrapposizione tra le aree critiche dal punto di vista geologico – smottamenti, frane, pozzi potenzialmente inquinati – e alcuni picchi di tumori o malattie gravi”.
“Questa era la dimostrazione che cercavamo delle ‘Cause Ambientali’.
Un nuovo tipo di mappa: le matrici della geologia medica
Queste informazioni le possiamo riportare in mappe a livelli sovrapposti capace di contenere le informazioni geologiche che sono rilevanti per la salute delle persone nel corso di decenni e secoli. “Le chiamiamo matrici – dice Miccadei. È il modo di guardare al paesaggio per quello che è: non una fotografia statica, ma un ambiente terribilmente dinamico”. “Il paesaggio inizia a sgretolarsi nel momento stesso in cui ci camminiamo sopra, è il semplice concetto di erosione”.
“Diventa polvere portata dal vento assieme a tutto quello che contiene: inquinanti, funghi, patogeni e minerali. Guardare il mondo attraverso una matrice di Geologia Medica permette di capire anche la scala temporale del pianeta che è diversa da quella umana. Dovrebbero diventare, e mi auguro che avvenga, strumento di pianificazione sanitaria pubblica. Un esempio è quello delle doline, che sono delle conche erbose che fungono da imbuti naturali attraverso i quali l’acqua filtra nelle grotte sottostanti e riemerge dalle sorgenti come acqua potabile. Non possiamo invece pianificarle come discariche. In alcuni casi siamo riusciti ad evitarlo, per un pelo”.
Geologia medica, cambiamenti climatici e One- Health: come si parlano?
“L’intuizione della One Health è giusta ma va riempita di contenuto. Noi siamo quello che mangiamo, beviamo e respiriamo. Il nostro pianeta è fatto per il 70% di acqua, per il 30 di minerali. Sorprendentemente, le proporzioni del corpo umano sono le stesse”.
“Siamo fatti di acqua e minerali. E acqua e minerali è ciò di cui si occupa la geologia”.
“I cambiamenti climatici danno contributo fondamentale in quelli che sono i cambiamenti delle malattie, ma qualsiasi analisi di cambiamento e impatto ambientale senza i dati geologici è incompleta”.
Chi dovrebbe studiare geologia medica?
“La Geologia Medica è giustamente una materia interdisciplinare, ed è come una piramide. Alla base c’è la Geologia, in sommità l’umanità. In mezzo tutto il resto.
La Geologia Medica non si insegna, al momento, non è un corso o una specializzazione, ed uno dei miei sogni è organizzare un master dedicato e aperto alle tantissime professioni che ne beneficerebbero, dai medici agli amministratori pubblici e privati della sanità”.