Essere infermieri in carcere: tra cura e sfide quotidiane

Nel contesto penitenziario, gli infermieri affrontano sfide complesse, dove il confine tra il dovere professionale e le difficoltà umane è particolarmente critico.
Rosa Mastracci, coordinatrice infermieristica presso il penitenziario di Rebibbia

Lavorare come infermieri in carcere, significa affrontare difficoltà operative spesso sottovalutate. Sebbene questa attività si svolga lontano dagli occhi della società, è cruciale per garantire il diritto alla salute anche in un ambiente di privazione della libertà. In questo contesto, gli infermieri per garantire un’assistenza efficace devono imparare a conciliare la missione di cura con la necessità di mantenere un distacco emotivo e personale. 

Un ruolo invisibile ma cruciale 

“Assistere un detenuto è molto diverso rispetto a un paziente in ospedale – spiega Rosa Mastracci, coordinatrice infermieristica della Cooperativa Sociale Nuova Sair presso il penitenziario di Rebibbia– . La diversità si manifesta dalla modalità del rapporto tra infermiera e detenuto, perché si deve mantenere la stessa professionalità ma creando uno scudo. È fondamentale conservare un distacco professionale per evitare che il detenuto stabilisca una confidenza eccessiva con l’operatore sanitario”. 

Con circa 3000 detenuti distribuiti tra quattro istituti e un organico infermieristico di circa 120 unità, il lavoro a Rebibbia è un equilibrio tra assistenza e gestione di un contesto altamente restrittivo. Questo ambiente richiede non solo competenze mediche, ma anche la capacità di affrontare pressioni personali e operative. 

Infermieri in carcere: scelta e vocazione 

“Per me è stata una scelta – racconta Mastracci, che da 14 anni lavora a Rebibbia-. Molti colleghi scelgono il carcere per esperienza, altri per vocazione”. 

Il consiglio ai giovani infermieri? “L’atteggiamento verso i detenuti è cruciale. In ospedale si crea empatia, ma in carcere serve creare una barriera: il detenuto non lascia l’istituto una volta curato, vive qui e il rapporto deve restare professionale”. 

In questo contesto complesso, gli infermieri rappresentano il cuore di un sistema che cerca di garantire il diritto alla salute anche dietro le sbarre

L’intervento di Rosa Mastracci a Walfair ha sottolineato come il lavoro degli infermieri in carcere, pur affrontando quotidianamente difficoltà operative e psicologiche, rappresenti un pilastro fondamentale per il rispetto dei diritti umani e la tutela della salute all’interno delle strutture penitenziarie.

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