L’età anagrafica può essere molto diversa dall’età biologica. L’età anagrafica è vincolata al giorno in cui siamo nati: non la possiamo cambiare. Quella biologica, invece, dipende dalle nostre condizioni fisiche: come stiamo, quanto forte, attivo, reattivo è il nostro corpo.
“Una delle idea più importanti nella scienza dell’invecchiamento in salute è che la nostra età biologica può essere molto più giovane, o anche molto più vecchia, rispetto all’età anagrafica” spiega il professor David Brenner, esperto di gastroenterologia e genetica che ha insegnato a Yale, al National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases (NIDDK) e all’Università della California-San Diego (UCSD).
“Ovviamente l’obiettivo è ritardare quanto possibile l’invecchiamento biologico e le ultime scoperte in questo campo ci stanno rivelando che solo una parte molto piccola di questo invecchiamento è riconducibile ai geni. In sostanza, l’invecchiamento non è determinato dal DNA.
A fare la differenza, invece, è l’epigenetica: il modo in cui il nostro DNA si modifica e i geni vengono espressi. E la cosa eccitante è che, mentre il DNA è, sostanzialmente, immutabile, l’epigenetica può essere cambiata dal nostro comportamento e, in particolare, dalla dieta.
“In America abbiamo studiato con molta attenzione le comunità di italiani che vivono in salute e fino a tarda età e siamo convinti: 100 anni e da sani. Siamo convinti che abbiamo molto a che fare con la dieta mediterranea e, in particolare, con una dieta alta in polifenoli”.
“Pensiamo che alimenti ricchi in polifenoli come l’olio d’oliva, le acciughe, il vino rosso e il rosmarino possano mantenere stabile nel tempo il nostro orologio biologico”.