Cure digitali: dalle promesse alla realtà 

Un incontro via webinar della rete FARESANiTÀ per discutere sulle applicazioni del digitale in Sanità, tra i passi avanti già fatti e quelli ancora da compiere
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La piramide demografica italiana, nel prossimo futuro, è già determinata. La popolazione sarà sempre più anziana, e l’invecchiamento in salute diventa una condizione di sostenibilità per la sanità pubblica e la società. La transizione digitale, nella sanità, può divenire parte di questo processo, se correttamente finanziata e governata. Questi gli spunti, esposti da Enzo Chilelli, Presidente del Comitato Esperti di FARESANiTÀ, del webinar “Cure digitali: trasformare le promesse in realtà” organizzato dalla rete FARESANiTÀ con il contributo non condizionato di Samsung del 19 dicembre 2024. 

Ma cosa significa veramente applicare le nuove tecnologie? I finanziamenti a disposizione sono sufficienti per metterle in pratica? Che cambiamenti deve affrontare invece la Sanità italiana per essere all’altezza? 

L’incontro ha riunito il Dott. Roberto Perilli, Unità Operativa Semplice Oculistica Territoriale ASL Pescara, il Dott. Sergio Pillon, Consigliere CDTI, Vicepresidente AiSDeT, Massimo Mangia, Esperto di Sanità Digitale – Editore di Salutedigitale.blog, moderati dal già citato Enzo Chilelli. Personalità che con la digitalizzazione in Sanità hanno a che fare ogni giorno e che hanno portato esperienze concrete di quello che significa in realtà. 

La digital leadership 

Uno dei punti cruciali emersi durante il webinar mette in risalto la direzione che la transizione deve avere. Secondo Sergio Pillon, la parola chiave è “digital leadership”. Le nuove figure di manager del prossimo futuro che dovranno saper orchestrare il cambiamento tecnologico nella Sanità. 

 La digital leadership dovrà (e deve, anche adesso) rendere i processi sempre più automatici per semplificare la Sanità. La digital leadership e i manager opportunamente formati definiranno gli obiettivi di budget, gestendo al meglio le risorse finanziarie.  

Un’applicazione della digital leadership è quella dell’Asl di Frosinone, dove è stato istituito un governo clinico della transizione. Questa esperienza, riportata da Pillon, rappresenta un caso esemplare di come questa visione possa essere tradotta in pratica. L’introduzione di obiettivi specifici, come la quota minima del 10% di televisite, ha permesso di far emergere e affrontare le criticità infrastrutturali e organizzative che spesso rimangono nascoste nella gestione quotidiana. 

“Ciò che deve essere imposto è l’obiettivo, che sia sanitario, clinico, di budget. La digital leadership preparata è in grado di riconoscere che le azioni che devono essere intraprese, perché solo così si faranno passi avanti nella digitalizzazione in Sanità. È necessario creare dei percorsi e dei processi per le diverse professionalità e far acquisire delle competenze specifiche, in modo tale che gli obiettivi preposti vengano raggiunti e anche superati, facendo passi avanti nella digitalizzazione” ha esposto Pillon. 

Il caso dell’Inghilterra 

In Gran Bretagna, fin dai primi anni 2000, è stata impiegata in maniera diffusa la retinografia digitale – la fotografia del fondo dell’occhio – per attuare una campagna di screening della retinopatia diabetica, tra le prime cause principali nel mondo della cecità. L’innovazione di questa campagna è stata trasferire in telemedicina e permettere di rendere molto più diffusa una prestazione che ha preservato la salute visiva di centinaia di migliaia di pazienti britannici. 

Lo ha raccontato Roberto Perilli. Il risultato di questa impostazione è che, mentre in Italia solo il 10-15% dei pazienti diabetici effettua regolarmente i controlli necessari nel Regno Unito questa percentuale supera l’80%.  

L’accumulazione di immagini in un posto unico, digitale, ha permesso di saltare la frontalità dello screening, identificando prima le complicanze della retinopatia e permettendo un multiscreening esteso a più pazienti. 

In particolare, la retinopatia diabetica è una patologia che va trattata in collaborazione con i diabetologi. Questi, con un database così strutturato, hanno la possibilità di monitorare al meglio il paziente insieme all’oculista. 

Il dott. Perilli ha anche riportato l’esperienza della Asl di Pescara. 

“In questo momento di profondo cambiamento è necessario il coordinamento tra le varie parti, e in Italia per questo c’è un grande ritardo nelle standardizzazioni. L’auspicio che abbiamo oggi è che con i fondi del PNRR venga recuperato il tempo di cura per assistere in modo tempestivo i pazienti” ha aggiunto Perilli.  

“Con la digitalità il coordinamento è diretto. Il sistema digitale è un sistema equo”. 

La Sanità di ieri, la Sanità di domani 

Le prospettive future di questa Sanità digitale, quindi, si basano su esperienze concrete, che cambiano i processi sanitari e ampliano l’accesso alle prestazioni sanitarie 

Lo ha messo in evidenza nel suo intervento Massimo Mangia sostenendo come una sanità digitale sia una Sanità profondamente ripensata.  

Ad oggi, la Sanità funziona tramite delle procedure che implicano l’apporto di più cervelli e più strutture. La burocrazia è complessa, e rallenta di molto le prestazioni e ostacola una risposta veloce del sistema alle esigenze degli assistiti.  

Anche con la semplice applicazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, molti passaggi superflui sono stati eliminati. E con la progressione dell’applicazione del digitale la comunicazione tra le professionalità potrebbe subire migliorie ulteriori, diminuendo di molto i tempi. 

Cosa significa allora ripensare la Sanità? Che il digitale, oltre che ad essere il mezzo per il futuro è anche un traguardo di innovazione gestionale. Deve essere lo strumento per impiantare nuovi processi e nuove procedure, così da migliorare burocrazia, comunicazione tra le varie parti coinvolte e l’assistenza.  

In questo modo le possibilità del digitale non solo cambieranno la Sanità così come è oggi, ma saranno il veicolo per trovare altri ambiti di miglioramento.  

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