La gestione della salute nelle aree interne pone sfide significative, legate a difficoltà geografiche e infrastrutturali. Con il 48% dei comuni italiani classificati come “aree interne”, emerge chiaramente come quasi metà del Paese necessiti di interventi mirati per assicurare equità sociale e sanitaria.
Francesco Colavita, Dirigente dell’Area Strategica della ASL Salerno, ha evidenziato l’importanza di individuare un modello specifico per queste aree, applicabile non solo localmente ma anche a livello nazionale. “L’obiettivo è contrastare il principio di disuguaglianza nell’accesso alle cure che, oggi, penalizza i cittadini delle aree interne”, ha dichiarato Colavita, sottolineando la necessità di una programmazione adeguata per estendere l’accesso ai servizi sociosanitari anche nelle zone più isolate.
Il modello delle Botteghe della Comunità: un progetto innovativo
Il modello delle Botteghe della Comunità è stato ideato, progettato e programmato dall’Ing. Gennaro Sosto, Direttore Generale della ASL Salerno, insieme a un gruppo di lavoro multidisciplinare motivato e orientato al raggiungimento degli obiettivi. Il team include la Direzione Strategica e i rappresentanti dei settori chiave dell’azienda, tra cui Bilancio, Provveditorato, Ingegneria Clinica, Ufficio Tecnico, Governo del Farmaco, Direzioni Amministrativa e Sanitaria dei Distretti coinvolti, oltre alla medicina primaria e alle farmacie.
Questo modello innovativo è già operativo nei 29 comuni delle aree interne della provincia di Salerno. Al centro della rete si trova un hub situato nel comune più piccolo della Campania, con soli 216 abitanti. Questo hub rappresenta un punto di riferimento per gli altri 28 comuni, offrendo prestazioni ambulatoriali in presenza e tramite telemedicina.
Ogni Bottega rappresenta un punto di riferimento sociosanitario pensato per rispondere alle specifiche esigenze locali. Le Botteghe sono integrate con la Casa della Comunità, l’Ospedale di Comunità e i Distretti sanitari, creando un sistema che assicura assistenza continua alla popolazione. L’obiettivo è fornire un modello capace di garantire una presa in carico completa della persona, migliorando l’accesso ai servizi e l’efficienza del sistema sanitario.
Il successo del modello delle Botteghe della Comunità: primi risultati e prospettive future
I primi risultati di questo modello sono già evidenti. Circa 35.000 persone sono coinvolte nella sperimentazione, che ha migliorato l’accesso alle cure nelle aree più isolate. Il progetto è stato validato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), Federsanità e altri partner istituzionali, e sta ricevendo ampio consenso. L’obiettivo, ora, è estendere il modello ad altre aree della provincia di Salerno.
Le Botteghe della Comunità non si limitano all’erogazione di servizi sanitari. Il modello prevede una stretta collaborazione con le amministrazioni locali, gli infermieri di famiglia, gli specialisti, le farmacie dei servizi, e un ampio coinvolgimento del volontariato. Sono stati formati anche i cosiddetti “cittadini competenti”, figure che fungono da sentinelle locali per monitorare e garantire il buon funzionamento delle Botteghe.
Conclusioni: un passo verso l’equità sanitaria
Il Tavolo Welfair ha evidenziato la necessità di rafforzare la programmazione per le aree interne, in modo che i modelli sperimentali come le Botteghe della Comunità possano essere applicati a livello nazionale. Questo approccio, che integra diversi attori del sistema sociosanitario, rappresenta una risposta concreta e sostenibile alle sfide del nostro tempo.
“La strada è tracciata, ma per portarla a compimento è fondamentale investire nelle risorse necessarie, affinché tutte le aree del Paese possano beneficiare di un sistema sanitario inclusivo, equo e accessibile” conclude Colavita.