Bambina di 10 anni morta a Villa Mafalda: la Cassazione rigetta il ricorso degli anestesisti coinvolti

Asfissiata per carenza di ossigeno perché non venne attivata la respirazione automatica durante l’operazione. “La verità sulla morte di Giovanna è definitivamente stabilita, nonostante i numerosi tentativi di nascondere la verità. Giovanna era sanissima ed è morta per colpa degli anestesisti” dice la famiglia.
10 anni morta

Si è chiuso, dopo 11 anni, l’iter penale per la dolorosa vicenda di Giovanna Fatello, la bambina di 10 anni morta nel 2014 durante un intervento chirurgico all’orecchio presso la clinica Villa Mafalda di Roma.

Il giorno 4 marzo 2025 la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai due anestesisti coinvolti. In questo modo ha confermato, di fatto, le sentenze di condanna in primo e in secondo grado per omicidio colposo e chiudendo, definitivamente, il caso. 

I fatti del 2014

Il 29 marzo 2014, Giovanna fu sottoposta a un intervento di timpanoplastica, considerato breve e di routine. Durante l’operazione, tuttavia, si verificarono complicazioni che portarono al decesso della piccola.

Le lunghissime indagini evidenziarono gravissime negligenze da parte dell’équipe medica e in particolare degli anestesisti Pierfrancesco Dauri e Federico Santilli.

Secondo la ricostruzione processuale, dopo aver somministrato l’anestesia, Dauri lasciava la sala operatoria, affidando il macchinario per la respirazione automatica a Santilli che non si dimostrò in grado di gestirlo. Il macchinario non venne commutato dalla respirazione manuale a quella automatica, facendo morire la bambina in pochi minuti senza ossigeno.

Il percorso giudiziario

Nel 2020 il Tribunale di Roma condannò i due anestesisti a due anni di reclusione per omicidio colposo, con pena sospesa subordinata al pagamento di una provvisionale.

Nel marzo 2024 la Corte d’Appello di Roma confermò la sentenza di condanna di primo grado. Ma dichiarò prescritte le accuse a carico dei due anestesisti, riconoscendo la loro responsabilità penale ma stabilendo il “non doversi procedere per intervenuta prescrizione dei termini”.

“La sentenza riconosce la penale responsabilità dei due anestesisti – commentò all’epoca uno degli avvocati di parte civile, Gianluca Tognozzi – ma è stata dichiarata la prescrizione per decorso massimo dei termini”.  

La decisione della Corte di Cassazione ha rigettato l’ultimo di una serie di ricorsi presentati dai due anestesisti, confermando le due sentenze precedenti e ponendo fine al percorso giudiziario penale.

Quando la verità arriva dopo la prescrizione

“Questa decisione – commentano i genitori Matteo Fatello e Valentina Leoni – lascia un senso di amarezza nei familiari della piccola Giovanna, che hanno combattuto per oltre un decennio in cerca di giustizia. La vicenda di Giovanna mette in luce le criticità del sistema giudiziario italiano. Spesso i tempi processuali sono lunghissimi e possono portare alla prescrizione dei reati lasciando spesso le vittime e i loro familiari senza una completa risposta di giustizia. Rimane il dolore di una famiglia che ha perso una figlia sanissima in circostanze tragiche e per colpe gravi. C’è, inoltre, la consapevolezza che, nonostante le responsabilità accertate, nessuna pena sarà scontata e che i principali responsabili continueranno ad operare come se nulla fosse”.

“È assurdo che, nonostante gli organi di Giustizia dello Stato abbiamo riconosciuto colpevoli di omicidio colposo due medici, gli stessi vengano pagati dallo stesso Stato per continuare ad esercitare anche con ruoli dirigenziali in strutture pubbliche. Questa – concludono – è un’altra aberrazione”.

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