Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha rilasciato il 18 novembre 2024 un rapporto di sorveglianza sull’antibiotico-resistenza (AMR) in Europa. I dati hanno dimostrato, inequivocabilmente, un uso eccessivo di antibiotici che favorisce, di conseguenza, la proliferazione di batteri resistenti ai farmaci.
In Europa si verificano ogni anno più di 670.000 infezioni da germi antibiotico-resistenti, che causano oltre 35 mila decessi, di cui quasi un terzo in Italia, che risulta così essere il primo Paese a livello europeo. Il problema reale è che, in questo modo, ci si ammala di più e, quindi, si spende di più (risorse sanitarie e non che ammontano a circa 1,5 miliardi di euro l’anno).
I dati sull’antibiotico-resistenza
Nel rapporto AIFA, che ha trasmesso i dati ECDC, si parla di pandemia silente, perché in Italia le morti per antibiotico-resistenza delle infezioni ospedaliere sono circa 12mila, un terzo di tutti i decessi che si verificano in ospedale. Ma siamo anche il Paese che prescrive più antibiotici (su una media europea del 33,7%, in Italia 44,7%), creando un circolo vizioso.
L’impatto sul nostro SSN è enorme, con 2,7 milioni di posti letto occupati proprio a causa di queste infezioni, con un costo che arriva a 2,4 miliardi di euro l’anno. Una soluzione percorribile, prosegue il rapporto AIFA, sarebbe creare un percorso virtuoso fatto di appropriatezza prescrittiva, sia per medicinali umani che veterinari, e rinnovamento degli ospedali.
Se non si agisce subito, nel 2050 questa potrebbe divenire la prima causa di morte in Italia, superando anche i tumori.
Gli obiettivi
Da oggi fino al 2030 il consumo di antibiotici dovrebbe essere ridotto del 18%. Bisognerà portare almeno al 65% il consumo totale di antibiotici del gruppo “Access”, ossia le 25 confezioni a uso più comune che dovrebbero essere sempre disponibili e a un prezzo accessibile.
Per quanto riguarda i batteri, si dovrà ridurre del 18% l’incidenza totale delle infezioni da stafilococco aureo resistente alla meticillina, ridurre del 12% l’incidenza totale delle infezioni del flusso sanguigno da escherichia coli resistenti alle cefalosporine di terza generazione, ridurre del 5% l’incidenza totale di infezioni sanguigne come quelle da Klebsiella resistenti alla classe di antibiotici dei Carbapenemi.
In particolare negli ospedali
Negli ospedali per contrastare la pandemia silente c’è bisogno di una ristrutturazione totale: le infezioni alle vie urinarie sono il problema principale, ma i sistemi di areazione obsoleti sono il veicolo più sfruttato dai batteri per proliferare.
Oltre alla prevenzione, bisognerebbe agire anche per evitare questo tipo di trasmissioni. Tra le 135 e le 210mila infezioni sono frutto, in qualche modo, di mancati accorgimenti igienici.